Un'indagine della Comunità Europea rivela che oltre la metà delle agenzie agirebbe fraudolentemente nei confronti dei consumatori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-11-2007]
In un paese come il nostro l'immissione di valuta dovuta al turismo si avvia a diventare l'unica fonte pulita e rinnovabile di entrate, proprio perché non mancano i soliti furbastri che tentano in ogni modo di strozzare la gallina dalle uova d'oro.
L'iniziativa del Commissario Europeo Meglena Kuneva a protezione dei consumatori opera su più fronti e coinvolge una quindicina di stati con quasi 450 siti; infatti si rivolge alle agenzie che offrono viaggi low-cost che ai motori di ricerca che le accolgono nei loro database, facendo riferimento a parole chiave o a stringhe tipiche di caratteri.
L'accusa principale è di falsificare pesantemente i dati sui costi effettivi delle offerte di viaggio, nascondendo oneri aggiuntivi che alla fine andranno a gravare sulle spalle del consumatore, ma non solo; infatti secondo le norme europee è vietato impiegare fasulle dichiarazioni di disponibilità a supersconti o a condizioni particolarmente favorevoli come specchietto per le allodole al solo fine di catturare l'attenzione degli interessati.
Nel giro di quattro mesi tutti dovranno adeguarsi alle direttive comunitarie, minaccia il Commissario, sotto pena di vedersi citare in giudizio per violazione della concorrenza; c'è da osservare tuttavia che all'estero le associazioni per la difesa dei consumatori sono assai più attive che da noi e che i tribunali sono stati più volte chiamati a giudicare e spesso si è arrivati a condanne esemplari.
Purtroppo sembra essere stato lasciato inesplorato l'altro lato della questione e cioè sia la malafede delle compagnie aeree per quel che riguarda il ricorso eccessivo alla pratica dell'overbooking, sia quello dell'assicurazione dei vacanzieri in caso di vendita di viaggi fasulli o che si rivelino comunque diversi dal pattuito; anche in questo campo andrebbe varata una normativa sovranazionale a tutela, con contemporanea messa all'indice di chi si rendesse colpevole di infrazioni ripetute.
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