Autoreferenzialità e ridondanza probabilmente saranno i maggiori handicap del nuovo e moderno sistema di diffusione online delle notizie, senza trascurare i rischi legati alla mancanza di trasparenza nella formazione e diffusione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-12-2007]
Cercare e diffondere le notizie che ci interessano: è una forma di democrazia mediatica o piuttosto un atto di autoaffermazione? La pretesa di semplificare la vita ai cibernauti mediante l'agenda setting (cioè la tecnologia che permette a ognuno di pubblicare in rete le notizie ritenute importanti affidandole poi al meccanismo dei consensi o dissensi per scalare le vette della condivisione) dovrebbe lasciare indifferenti i più tra gli utenti e dichiaratamente ostile che di notizie si occupa per professione o anche solo per passione.
I siti di news rating infatti vestono la pelle dell'autodeterminazione, lasciando credere che spetta soltanto agli utenti decidere quali notizie siano da pubblicare e quali no; ma non è proprio così, anzi qualche volta potrebbe essere proprio il contrario.
Se il sistema si diffondesse crescendo oltre la massa critica, è da ipotizzare che avrebbero spazio soltanto quelle notizie che per scelte culturali, diffusione linguistica, sviluppo tecnologico ed altri fattori ancora, riceverebbero gradimento e visibilità succedanei, a scapito di tante altre che - pur interessando larghi strati di utenti - resterebbero irraggiungibili perché sommerse dalle preferenze espresse da una maggioranza.
Un buon esempio della informazione "cattiva" (in senso proprio e non solo figurato) è dato dalla spartizione dei radio-telegiornali, dei quotidiani, dell'editoria in genere ma non solo. Possiamo infatti aggiugere i finanziamenti "mirati" al cinema, agli spettacoli teatrali, al variegato mondo dei concorsi e delle premiazioni; tutte cose che concorrono a far sì che si parli solo di alcune cose e non di altre, che alcune voci siano più ascoltate non perché più autorevoli ma perchè più urlanti, che alcuni quotidiani diffusissimi creino tendenze e aspettative magari completamente al di fuori dalla realtà.
Sull'Internet le cose non vanno certo meglio. Le difficoltà che già incontrano i motori di ricerca nell'offrire risultati consoni alle aspettative dell'interrogante, obbligato a conoscere mille e una "dritte" per arrivare a un risultato concreto senza perdersi nella palude dei link, devono metterci in guardia.
La prevista indicizzazione degli utenti, presto preclassificati sulla base di "preferenze" reali o presunte tali e pertanto indirizzati su una data selezione di pagine piuttosto che su altre, dovrebbe indurre a mille riflessioni e diffidenze.
La soggettivizzazione della notizia passando attraverso la backdoor apparentemente egualitaria della "libera scelta" potrebbe quindi andare a eludere il diritto del singolo che si troverebbe a poter accedere soltanto a quanto scelto da una maggioranza; una sorta di "dittatura del popolo" sulla diffusione del sapere, un vero e proprio Index librorum prohibitorum alla rovescia, tanto più subdolo e malefico quanto più operante per soppressione anziché per esclusione.
E' infine semplicissima la facilità di manipolazione dell'informazione per mezzo del news rating da parte di una politica determinata all'autoaffermazione piuttosto che al bene e al progresso della comunità; e purtroppo proprio di recente abbiamo potuto toccare con mano la reazione violenta a qualcosa di molto simile all'editoria online, cioè quei blog ai quali, dopo aver fallito l'imbavagliamento istituzionale, sarà imposta la mordacchia fiscale.
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