A ribadirlo è la Corte di Cassazione: si rischia una denuncia per ingiuria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2008]
La Corte di Cassazione ha stabilito che sparlare di un collega di lavoro tramite la posta elettronica è equivalente all'ingiuria. Si tratta di un caso realmente accaduto, sottolineato dalla Cassazione con la sentenza 16425 della Quinta sezione penale.
I fatti risalgono al 2005. Amelia G., impiegata presso una ditta di Bassano del Grappa, aveva scoperto che Gino F. aveva inviato un'email ai colleghi criticando il suo comportamento: secondo Gino, infatti, Amelia avrebbe abusato dei congedi parentali in maniera fin troppo sfacciata.
L'email era arrivata a tutti i colleghi, tranne Amelia, che però era in seguito venuta a sapere della cosa (si parla di un ritrovamento dell'email stampata in un cassetto, anche se è più presumibile un forward) e aveva sporto querela nei confronti di Gino.
Gli ermellini hanno stabilito che: "trattandosi di ingiurie epistolari, anche se lo scritto è stato inviato a persone diverse dall'offeso, il delitto si perfeziona a condizione che l'agente, all'atto dell'invio, abbia avuto indubbia consapevolezza che lo stesso sarebbe stato comunicato all'offeso".
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