Contro la chiusura di quindici sedi di call center, 700 donne non ci stanno e annunciano la protesta, che potrebbe sfociare anche in una causa legale per mobbing.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-03-2009]
E' passata la giornata della donna, con il suo solito retorico e usurato corollario di iniziative, buone intenzioni, programmi spesso astratti, per rimuovere le forti, sempre resistenti discriminazioni basate sul genere nella società e nel mondo del lavoro.
In Telecom Italia l'imminente ennesima ristrutturazione rischia di diventare un fronte incandescente proprio sul terreno dei rapporti uomo/donna nel mondo del lavoro.
L'attuale capo del personale (un uomo) Antonio Migliardi, su mandato dell'amministratore delegato Franco Bernabè (un uomo) e del presidente Galateri di Genola (un altro uomo) intende chiudere entro l'estate circa 15 sedi periferiche del customer service in cui sono impiegate circa 700 donne (quasi l'80% dell'organico di quelle sedi) che verranno costrette a trasferisi in altre sedi con distanze medie di circa 60-100 Km.
Pare quasi che si voglia costringere la stragrande maggioranza di queste operatrici di call center a licenziarsi, dopo anni che Telecom Italia ha pubblicizzato a suo favore l'introduzione del telelavoro proprio per evitare il pendolarismo.
A questo punto gruppi autorganizzati di lavoratrici, anche fuori dal sindacato e, se fosse necessario, in contrasto con esso, sono pronti a intraprendere iniziative legali contro l'azienda. L'accusa, per ora solo ipotizzata, sarebbe di fare del mobbing volto a discriminare e marginalizzare soprattutto le donne.
Naturalmente è tutto da dimostrare, però se venisse davvero formalizzata un'accusa di questo genere, già solo questo potrebbe nuocere all'immagine dell'azienda.
Anche i sindacati autonomi e forse la stessa Ugl, l'unica confederazione diretta da una donna (la segretaria Polverini), potrebbero sostenere l'iniziativa: a questo punto, neanche Cgil-Cisl-Uil, da sempre poco convinti da un approccio giudiziario al problema, sarebbero disponibili a fare accordi sulla mobilità territoriale con Telecom Italia.
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