Le frequenze della Difesa potrebbero non essere disponibili. Il Ministro Romani rassicura gli operatori ma non placa i timori.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-03-2011]
Fino a oggi veniva data praticamente per certa l'asta, che si dovrebbe tenere a settembre, per l'assegnazione delle frequenze da utilizzare per la costituzione di una rete mobile LTE.
Era previsto che andassero all'asta quelle degli 800 MHz, sottratte alle TV locali passate sul digitale terrestre, e quelle dei 2,6 GHz, sottratte alla Difesa che non le utilizza.
Da tutto ciò il governo contava di ricavare 2,4 miliardi di euro, somma già inserita come previsione nella legge di stabilità 2011.
Oggi, però, le cose si stanno complicando. Da un lato le TV locali stesse hanno annunciato un'opposizione per l'assegnazione della banda dai 790 agli 862 MHz (canali dal 61 al 69): la nuova destinazione è il mobile terrestre per le comunicazioni elettroniche, ma le associazioni di categoria Aeranti-Corallo e Frt non si arrenderanno.
Dall'altro lato pare che la Difesa non sia dopotutto intenzionata a cedere le proprie frequenze, a meno di non ricevere un compenso economico.
Questa seconda difficoltà sarebbe forse ancora più grave della prima: sono proprio le frequenze a 2,6 GHz che verrebbero utilizzate per creare le reti mobili 4G nelle città, mentre la banda degli 800 MHz andrebbe bene soltanto per le zone rurali (ottima per colmare il digital divide, quindi, ma meno interessante per gli operatori).
Sembrava quindi che la possibilità stessa dell'asta fosse a rischio, ma a questo proposito è intervenuto il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, il quale ha affermato che le frequenze del ministero della Difesa "non sono mai sparite".
"Il ministero" - ha continuato Romani - "aveva una riserva sul canale 69 che dovrà essere messo a disposizione come tutti i canali della banda 800"; non si parla, però, della banda dei 2,6 GHz.
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