Adolescenti, passare troppo tempo con lo smartphone danneggia l'attenzione

Uno studio rileva il collegamento tra l'uso dei media digitali e l'ADHD.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-07-2018]

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La percezione è comune: gli adolescenti che trafficano continuamente con i vari dispositivi elettronici - smartphone e tablet in primis - sembrano non riuscire più a concentrarsi su nulla per più di qualche secondo, tanto da rasentare il disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD).

Ma è davvero così? Uno studio, recentemente pubblicato sul Journal of the American Medical Association, conferma almeno in parte la sensazione, anche se ci sono diversi punti da precisare.

La ricerca è stata condotta su un gruppo di 2.600 studenti delle superiori abituati a usare più volte al giorno diversi tipi di dispositivi elettronici, seguiti per un periodo di oltre due anni.

I risultati hanno mostrato che in effetti quanti erano più attivi nell'uso di quei dispositivi avevano una possibilità circa doppia di mostrare nuovi sintomi dell'ADHD rispetto ai loro compagni di classe meno attivi dal punto di vista digitale.

I ricercatori stanno bene attenti a non dire che sono proprio gli smartphone a causare i disturbi dell'attenzione, ma sottolineano comunque che l'inizio dell'uso dei dispositivi digitali è precedente all'apparizione dei primi sintomi.

Nel corso dello studio, ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a due questionari, ripetuti a distanza di tempo: l'uno relativo ai sintomi dell'ADHD, l'altro circa l'utilizzo dei media digitali.

Gli adolescenti dovevano valutare il proprio comportamento in risposta ad affermazioni come «Mi distraggo facilmente» o «Non ascolto quando mi parlano direttamente», e stabilire una classifica nell'uso di 14 diversi tipi di media, dai social network all'invio di messaggi, dallo streaming di film e serie televisive all'uso di videogiochi.

Quanti già mostravano sintomi di disturbi dell'attenzione al primo questionario sono stati eliminati dallo studio: ciò ha ridotto il numero dei partecipanti dagli iniziali 2.800 ai 2.600 di cui parlavamo all'inizio.

Questi, inizialmente non mostravano alcun sintomo; essi sono apparsi in seguito, tanto più evidenti quanto maggiore era il numero di media digitali utilizzati.

Per esempio, i 495 adolescenti che usavano i media digitali poco di frequente sono risultati avere il 4,6% di probabilità di segnalare sintomi dell'ADHD nei sondaggi successivi; i 114 che invece usavano sette dei 14 media indicati avevano una probabilitù del 9,5%. Tale percentuale saliva al 10,5% per quei 51 che usavano tutti e 14 i media indicati più volte al giorno.

Nonostante i limiti dello studio - i sintomi venivano riportati dai partecipanti stessi, per esempio - gli autori hanno sviluppato alcune teorie.

Ritengono che le notifiche che giungono allo smartphone costringano i più giovani a dividere continuamente la loro attenzione, impedendo loro di sviluppare la capacità di concentrazione, o comunque limitandola.

Inoltre, la possibilità di avere a portata di mano strumenti di intrattenimento e stimolo sociali li porta a sviluppare una sorta di dipendenza dalla gratificazione istantanea, rendendo più difficile lo sviluppo della pazienza.

D'altra parte Adam Leventhal, responsabile dello studio, è il primo ad ammettere di aver ottenuto risultati soltanto preliminari, per quanto significativi.

Eppure egli ritiene che si tratti di qualcosa «che i professionisti della salute, gli scienziati, e in generale la comunità dovrebbero tenere presente».

È presto per farsi prendere dal panico e iniziare a sostenere che i media digitali stiano distruggendo il futuro dei più giovani; ma certo è bene non ignorare il modo in cui le tecnologie odierne incidono sulle attività quotidiane e sullo sviluppo delle loro capacità.

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