Cameron apre alla democrazia online. E l'Italia?

Il premier britannico vuole inaugurare l'era proposte di legge via Internet. In Italia si potrebbe fare qualcosa con la PEC.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-12-2010]

David Cameron democrazia online

Il premier inglese David Cameron vuole introdurre la possibilità di proporre via Internet le leggi al Parlamento: se in Rete, sul sito appositamente preparato dal governo, raccoglieranno un minimo di 100.000 firme verranno discusse, modificate e, magari, approvate.

Il governo si riserva in ogni caso il diritto di ignorare le proposte più folli o quelle già discusse alla Camera dei Comuni.

In Italia dal 1946 esiste la proposta di legge di iniziativa popolare: bastano 50.000 firme ma vanno autenticate da notai, segretari comunali, consiglieri comunali, cancellieri.

Non c'è però nessuna garanzia, né prevista dalla Costituzione né dalle leggi, che il Parlamento debba tener conto della proposta; non è neanche obbligato a metterle all'ordine del giorno per discuterne e anche solo, eventualmente, rigettarla.

Infatti di solito le ignora, a differenza del referendum che può essere richiesto da 500.000 persone e, se passa il vaglio di Cassazione e Corte Costituzionale, deve essere celebrato (anche, se poi, ultimamente tutti i referendum celebrati sono stati annullati perché non è andato a votare nemmeno il 50% degli elettori).

La nostra democrazia italiana vive, piuttosto, di sondaggi: si va o meno alle elezioni se i sondaggi lo suggeriscono, con lo stesso sistema si sceglie un nome al partito e perfino per il candidato sindaco è meglio un sondaggio riservato che una elezione primaria dall'esito incerto.

Una cosa, almeno, si potrebbe fare da subito: introdurre - accanto alla costosa, macchinosa e burocratica autenticazione delle firme per i referendum, le proposte di iniziativa popolare e le sottoscrizioni delle candidature per Provincie, Regioni, Comuni e Parlamento - la possibilità di procedere online utilizzando la Posta Elettronica Certificata, come già si può fare per qualunque atto o procedimento con la Pubblica Amministrazione.

Intanto una piccola rivoluzione c'è già in Italia, almeno nel campo della democrazia economica: la possibilità del voto a distanza, online, per i piccoli azionisti.

Per ora parte il Banco Popolare, costretto dal fatto che la sede è a Verona mentre la maggior parte degli azionisti, che hanno lo stesso diritto a prescindere dalle azioni possedute, vive a Novara e a Lodi.

Sarebbe bene che anche grandi aziende come Enel e Fiat - e a partire da Telecom Italia, che sulla Rete e di Rete vive - si uniformassero a questa nuova prassi.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

Quoto tutti. :D
2-4-2012 22:05

Elezione, referendum o sondaggio Leggi tutto
6-1-2011 10:50

Forse perché la normativa e il C.C. prevedono espressamente la Racc. A/R? il PEC address serve soltanto ai fini fiscali (per riscontrare gli elenchi degli iscritti ai vari ordini professionali) e per farsi notificare la cartella da Equitalia ed altri esattori con poca fatica e nessuna spesa. E pigliarsela, se non si sta all'occhio, nel... Leggi tutto
3-1-2011 08:40

Ciao Leggi tutto
30-12-2010 20:36

Quoto! Ma attenzione alla sicurezza informatica! E' facilissimo barare! :shock: Comunque l'artico dimentica le petizioni di legge, che se avallate da un parlamentare possono essere proposte come leggi. 8) In questo caso i Grillini sono avanti. Ciao Leggi tutto
30-12-2010 20:27

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