Un testo universitario a cura di Sandro Frova ed Enzo Pontarollo spiega perché la posizione di Telecom Italia nella telefonia fissa si stia rafforzando nonostante la liberalizzazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-10-2004]
Perché Telecom Italia, nonostante dieci di liberalizzazione dei mercati della telefonia fissa e dei servizi a valore aggiunto non ha visto mettere in discussione la sua posizione di operatore dominante nel nostro Paese ma, anzi, la sta rafforzando, anche nei mercati che sono nati recentemente come quello dell'Adsl, con i suoi competitori che fanno fatica a raggiungere l'attivo come Wind o vivono momenti difficili come Tiscali?
Provano a rispondere a questa domanda due economisti di valore, quindi non due politici o sindacalisti o manager, come Enzo Pontarollo, ordinario di Economia industriale all'Università Cattolica di Milano e Sandro Fova, ordinario di Finanza aziendale all'Università Bocconi, che coinvolgono anche un collega di fama come Giovanni Zanetti, docente di Economia dell'impresa all'Università di Torino e Antonio Abate, docente di Economia politica al Politecnico di Torino.
Lo fanno in un testo universitario, edito da Vita e Pensiero, che ha il pregio della chiarezza di linguaggio ma che, come ogni testo universitario che si rispetti, è ricco di dati, cifre, tabelle e grafici non sempre agevoli da leggere per un non addetto ai lavori, Il titolo tradisce, però, subito l'enunciato ed il tema: La liberalizzazione zoppa. Il caso della telefonia fissa.
Com'è possibile in tempi di tariffe calanti e di ingresso i concorrenti sempre più numerosi? Perché la fonte dei ricavi si è spostata dal traffico ai canoni, il canone delle linee telefoniche ma anche quello dei nuovi servizi come l'Adsl.
Sempre meno ricavi da traffico e sempre più da canoni fissi, questo ha permesso a Telecom Italia di abbassare le sue tariffe, renderle sempre più simili a quelle dei concorrenti, ridurre i margini di guadagno degli altri peratori impedendogli così di crescere ancora. Tra l'altro gli Autori ci dicono anche che nella telefonia fissa le cosidette "vecchie" economie di scala hanno ancora il loro peso e favoriscono Telecom Italia con le sue 26 milioni di linee telefoniche.
Addirittura, quindi, i due economisti propongono che, in questo caso, più che la divisione societaria e funzionale di Rete e Mercato di Telecom Italia, che pure avrebbe il suo effetto liberalizzatore, sarebbe opportuna una ridistribuzione di parte del canone Telecom Italia ai concorrenti: un provvedimento temporaneo, che avrebbe la funzione di penalizzare il monopolio Telecom Italia del cosiddetto "ultimo miglio", magari trasferendo di più agli operatori che investono nella realizzazione di una propria Rete e meno quelli che si limitano a rivendere traffico come Tele2.
La questione del canone è quella a cui ruota tanta parte dell'inossidabile dominio Telecom Italia e si dovrebbe scalfire questa per dare respiro ai gestori come Wind che hanno scelto di essere un operatore mass market e non limitarsi alle nicchie di mercato più ricche come nel modello di business di successo di Fastweb.
Sulla funzione dell'Authority, sul ruolo che è riuscita o non è riuscita a svolgere nel contesto italiano, gli Autori esprimono un giudizio articolato: le regole introdotte dall'Authority sono state sempre pro-competition, anche se sempre sono state ritardate e ostacolate da Telecom Italia che attraverso ricorsi, "bastoni tra le ruote di tipo tecnico", pratiche di dumping sui prezzi solo tardivamente bloccate, che ha fatto perdere incisività alle regole stesse.
Per esempio la "questione dell'unbundling" è ben descritta nel testo e dimostra come Telecom Italia siastata ben capace di mettersi nel mezzo e di bloccare e ritardare per moltissimo con applicazioni parziali e di comodo le regole dettate dall'Authority per cxonsentire al cliente d staccarsi da Telecom Italia.
In pratica l'Authority fa bene il suo lavoro ma poi è completamente disarmata per imporre la sua volontà al gestore dominante a causa di sanzioni irrisorie che non costituisco un deterrente alla prassi anti liberalizzazione di Telecom Italia.
Questo comunque non fa bene al Paese che cresce molto nel mercato della banda larga ma è sempre dietro i partner europei e, comunque, la prevalenza delle linee broad band è in Adsl, questa è anche una delle cause del predominio Telecom Italia, e non in fibra ottica come altrove. Più c'è competizione, più il mercato cresce.
Scheda
Titolo: La liberalizzazione zoppa
Sottotitolo: Il caso della telefonia fissa
Autori: Sandro Frova, Enzo Pontarollo
Prezzo: 16 Euro
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