Possiamo lasciare da parte, nel 2005, la guerra di ideologie per confrontarci in modo oggettivo, spassionato, sul futuro dell'open source?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-01-2005]
Un nostro affezionato lettore, che preferisce rimanere anonimo e che si firma semplicemente come Il caro leader, ci ha inviato questa Lettera aperta ai Linuxiani, che pubblichiamo integralmente.
Tristezza, scandalo, indignazione... Insomma, siamo alle solite. Linux è bello, buono bravo. Eppure oltre il 90% degli utenti desktop non se lo fila di striscio. È un numero, non un'opinione. La maggior parte del software open source, nonostante le "coccole" delle webzine di appassionati rimane, nel mercato consumer, un fenomeno di nicchia, separati da distanze siderali dai rivali proprietari. E i linuxiani sono costretti a rivolgersi a Zio Bill per coprire i costi editoriali. Ci piaccia o no, è un fatto.Risponde Emilio Roda:Con la consueta benevolenza a senso unico, si dice che Linux deve ancora perfezionarsi, che presto tutto cambierà, che gliela faremo vedere a Microsoft. Eppure gli anni passano (la creatura di Torvalds ne ha ormai 14, mica tanti in meno di Windows) e la promessa è sempre tale: una promessa. "Il prossimo sarà l'anno di Linux", si dice: un refrain che se non sbaglio, si è già sentito.
A tutta la community di ZeusNews, e magari anche oltre, sottopongo allora un invito. Meglio, una sfida. Possiamo lasciare da parte, nel 2005, la guerra di ideologie per confrontarci in modo oggettivo, spassionato, sul futuro dell'open source? Possiamo denunciarne serenamente gli eventuali limiti, senza essere tracciati di eresia, bannati, trollati, insultati?
Che Linux & C. siano stabili, efficienti, perfino "etici" lo sappiamo tutti. Che le alternative ai monopoli vadano incoraggiate tanto più se frutto di lavoro spassionato e in gran parte gratuito lo sappiamo altrettanto bene.Viva Linux, insomma! Ma se Linux piace sulla carta, piace agli IT e agli appassionati, piace agli alternativi e agli smanettoni, possiamo continuare a parlarci addosso per altri 14 anni. Possiamo compiacerci della nostra condizione di élite virtuosa. Però, mi spiace, dovremo abituarci all'idea che qualcuno, di tanto in tanto ci dica che il re è nudo; ci ricordi con la sua incursione sgradevole e spocchiosa che la maggior parte della gente, là fuori, per giocare, per lavorare, per navigare si mette un Windows e via.
Potenza del marketing milionario del nemico? Certo, in parte sarà anche così. Ma forse, sarebbe il momento di riconoscere che alla maggior parte degli utenti di codice aperto, di vedute "sotto il cofano" e di buchi di sicurezza non gliene frega più di tanto. Milioni di "barbari", lì fuori, preferiscono avere programmi che si installano con un clic e che quando si installano funzionano; preferiscono avere periferiche supportate (ma qualcuno di voi linuxiani ha mai comprato un modem interno?); preferiscono un'icona alla riga di comando, un clic sul file dell'installer a una ricerca sui forum di supporto tecnico...
Io mi sono fatto l'idea che certi limiti, come forse un certo deficit di usabilità o un inferiore orientamento all'utente finale, siano in un certo senso connaturati al modello open source, a quanto capisco nato e cresciuto con il riferimento primario della comunità degli sviluppatori; penso anche che un progetto basato principalmente sul lavoro volontario e non retribuito possa scontare un handicap di fondo, forse incolmabile, nella rincorsa al software proprietario. Mi sembra d'altra parte che, per sua stessa natura, l'open source abbia i prerequisiti per migliorarsi. A patto di sapersi leggere criticamente e, se vogliamo, impietosamente.
E allora che bello sarebbe vedere su queste pagine, oltre alle lodi e alle celebrazioni di glorie imminenti, un paio di discussioni critiche su queste opinioni. Magari senza le trite frecciate su "Micro$oft" e su "Winzozz". Magari senza insulti e bolli di incompentente/cretino affibbiati a chi le propone voglio sottolinearlo con la consapevolezza della sua ignoranza e non certo con la pretesa di divulgare verità colate. Forse sono un incompentente. Ma, che lo vogliate o no, sono anche un utente di Pc; ho provato tante distribuzioni e, come utente, come milioni di utenti, continuo di gran lunga a preferire Windows.
Durante i moti di piazza del 1953 contro il regime della Germania Est, Bertolt Brecht suggeriva beffardamente alle autorità: "Il popolo protesta contro il Partito? Cambiate popolo!" Se preferite, allora, cambiate utenti. Ma permettetemi: forse non si rivelerà il modo migliore per imporsi.
Ben vengano le discussioni critiche. Ma negli articoli di Zeus News non ci sono mai stati insulti rivolti a chi la pensa in modo diverso da chi scrive. Nessuno è mai stato tacciato di eresia, né insultato, per aver denunciato i limiti dell'open source. Al contrario, la discussione è sempre aperta.
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