Murdoch potrebbe essere interessato a Telecom Italia, ma perfino Prodi preferirebbe a lui Berlusconi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-07-2006]
Rupert Murdoch è come Carlo V, l'imperatore di Austria e re di Spagna sul cui regno non tramontava mai il sole, per la vastità del suo impero multimediale fatto di giornali e Tv, che va dalla natia Australia fino all'Italia della pay Tv, passando per Gran Bretagna e Usa.
Il "padrone del mondo" che controlla l'informazione vecchia e nuova (ha appena acquistato Myspaces) è un interlocutore importante anche per il nuovo governo di centrosinistra che, non a caso, ha accontentato il padrone di Sky in una delle sue richieste più pressanti: il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha appena annunciato che non saranno più previsti incentivi per l'acquisto dei decoder del digitale terrestre, mentre il passaggio di tutta la Tv sul digitale terrestre è rinviato al 2012. Sono decisioni che tranquilizzano Murdoch, preoccupato per i forti investimenti che ha profuso finora in Italia.
Secondo il sito di indiscrezioni Dagospia (ma la notizia è stata ripresa da Repubblica e dalla Stampa di Torino), Murdoch potrebbe essere perfino interessato a lanciare un'Opa su Telecom Italia, approfittando delle quotazioni mai così basse del titolo in borsa, delle difficoltà di Tronchetti Provera a rilevare la quota di Gnutti e delle grandi banche e, non ultime, le ombre sulla gestione Telecom Italia che discendono dalle vicende giudiziarie delle intercettazioni abusive.
Il nostro sarebbe l'unico Paese in cui non solo il Governo non conta nulla nelle telco (è ancora determinante lo Stato francese in France Telecom e quello tedesco in Deutche Telecom), ma in cui sono gli stranieri a controllare l'ex monopolista di diritto (che lo è ancora di fatto). In Gran Bretagna o in Spagna tutto è ancora in mani nazionali; perfino la piccola Svizzera ha rinunciato a privatizzare Swisscom per paura che se la mangiassero i colossi telefonici europei.
Con un Murdoch che controlla il Web, sia come Rete che come contenuti, saremmo di fronte a una vera colonizzazione culturale; certamente non sarebbero contenti Cgil, Cisl e Uil, che temono il Murdoch che domò con assoluta durezza le lotte sindacali dei tipografi inglesi, usando anche mezzi di dubbia legalità.
A questo punto è chiaro che un'ipotesi Murdoch riportebbe in gioco Mediaset, in cui Confalonieri ha sempre dichiarato la volontà di contare di più all'interno di Telecom Italia, con un vasto schieramento (da Berlusconi a Bertinotti) che sosterebbe una soluzione nazionale, tutta italiana e "azzurra".
Con l'ingresso di Mediaset in Telecom Italia, anche la riforma della legge Gasparri verrebbe accolta positivamente (con qualche penalizzazione sul piano della raccolta pubblicitaria) anche dall'opposizione di centrodestra: tutto questo potrebbe favorire - se non la nascita di una grande coalizione - almeno un clima politico più disteso.
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