16 miliardi di nomi utente e password finiscono online: coinvolti anche Facebook, Google e Apple



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-06-2025]

Un'indagine condotta dai ricercatori di Cybernews ha rivelato la presenza online di una raccolta di circa 16 miliardi di credenziali di accesso, che permettono di autenticarsi su numerosi servizi digitali: tra questi piattaforme come Facebook, Apple, Google, GitHub e Telegram. Tuttavia l'allarme va un po' ridimensionato. Il database non è tutto frutto di un nuovo furto di dati, ma si tratta di una compilation di password e nomi utente rubati in diversi attacchi informatici avvenuti negli ultimi anni.

I 30 dataset che compongono la raccolta, che variano da decine di milioni a oltre 3,5 miliardi di record ciascuno, sono stati raccolti principalmente attraverso degli infostealer (malware progettati per sottrarre credenziali da dispositivi infetti) e attacchi del tipo credential stuffing (sfruttano combinazioni di username e password già compromesse per accedere ad altri account).

La struttura dei dati include URL, nomi utente, password e in alcuni casi cookie di sessione o token di autenticazione: la raccolta è pericolosa, poiché consente ai malintenzionati di lanciare attacchi su larga scala, come phishing mirato, furti d'identità o compromissioni aziendali. Tuttavia, la presenza di dati duplicati e obsoleti riduce il numero di credenziali effettivamente utilizzabili, con stime che suggeriscono un impatto reale su una frazione dei 16 miliardi dichiarati.

Nonostante non si tratti di una nuova violazione, la diffusione di questa raccolta, denominata da alcuni esperti «la più grande fuga di dati della storia», sottolinea la necessità di adottare misure di sicurezza più robuste. Il primo passo è verificare se le proprie credenziali siano state esposte utilizzando servizi come il famoso Have I Been Pwned, gestito da Troy Hunt. In caso di riscontro positivo, è fondamentale cambiare immediatamente le password, scegliendo combinazioni uniche e complesse, e attivare l'autenticazione a due fattori (2FA), preferibilmente tramite app o passkey. Per quanti faticano a destreggiarsi tra tutte le password al giorno d'oggi necessarie, l'uso di un gestore di password affidabile è un ulteriore passo raccomandato per migliorare la sicurezza digitale.

La raccolta include credenziali di servizi molto diffusi, ma anche di piattaforme meno comuni, come portali governativi o account aziendali. Alcuni dataset sono stati etichettati con nomi che suggeriscono la loro origine, come "login russi" o "credenziali Telegram", mentre altri sono generici. Un archivio da 455 milioni di record è stato associato alla Federazione Russa, e un altro da 60 milioni a Telegram, ma l'origine esatta di molti dati rimane incerta.

Non è la prima volta che un numero enorme di credenziali finisce in Rete. Nel luglio 2024, un leak noto come RockYou2024 aveva esposto quasi 10 miliardi di password: le raccolte di dati compromessi sono una minaccia ricorrente. In generale, il panorama digitale non è particolarmente robusto: soltanto in Italia, nel 2024 si è registrato un aumento del 180% degli attacchi ransomware.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Non è scontato ma dei casi più eclatanti dove sono coinvolte le credenziali di Google, FB ed Apple come in questo caso è più probabile che ne parlino come appunto è successo stavolta.
1-7-2025 19:03

Credi davvero? Di xz-utils si è parlato in abbondanza, ma solo sui contenuti di settore. Della violazione della banca dati di ATM la stessa ha ammesso la cosa solo molto dopo. Non è scontato che i media diano a queste notizie il risalto che meritano: c'è sempre qualcosa di più redditizio di cui parlare. E comunque la legge parla chiaro:... Leggi tutto
1-7-2025 08:06

Queste notizie presentano diffusione sempre maggiore e non solo in siti specializzati, questa ad esempio è passata anche su molti giornali anche se, forse, non sempre in modo chiaro e comprensibile a tutti, in ogni caso occasioni per informarsi ce ne sono sempre di più, si tratto poi, come dicevo, di farsi aiutare se non si è esperti... Leggi tutto
30-6-2025 19:18

Beh, e se nessuno glie l'ha detto? Per la legge, se un fornitore di servizi viene compromesso e i dati in suo possesso usurpati, è suo dovere informare gli interessati: ma quanti lo fanno? Una volta una realtà sanitaria è stata hackerata e mi aspettavo una comunicazione visto che sono stato loro cliente: chi l'ha vista? L'ignoranza... Leggi tutto
29-6-2025 11:15

Diciamo che i soldi e/o la fantasia sono al termine e si cerca di mungere la vacca fin che da qualcosa... In realtà, se i dati contenuti sono vecchi chi aveva la capacità di correre al riparo dovrebbe averlo già fatto altrimenti si merita ciò che gli potrebbe capitare, chi non è in grado di farlo in autonomia dovrebbe farsi aiutare e... Leggi tutto
28-6-2025 11:38

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