Sull'onda dell'aggressione a Berlusconi, l'onorevole Gabriella Carlucci riesuma la proposta di legge censoria. Casini si erge a paladino del web libero.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-12-2009]
L'aggressione al presidente del Consiglio ha risvegliato un fantasma che pareva fortunatamente sopito: quello di Gabriella Carlucci, la quale ha colto la palla al balzo per tornare a proporre - cavalcando l'onda emotiva - il proprio disegno di legge per l'abolizione dell'anonimato in Rete, che sembrava essersi tranquillamente incagliato dopo essere approdato alla Commissione Trasporti.
Già a suo tempo la proposta venne demolita da chi davvero capisce qualcosa di Internet e delle sue dinamiche svelando la malafede o quantomeno l'ingenuità della promotrice che, con la scusa della lotta alla pedofilia, sembrava voler spianare la strada al "recupero crediti" delle società che si occupano di produrre contenuti audiovisivi.
La nuova leva sono i social network: "Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno" ha dichiarato l'onorevole Carlucci, aggiungendo che "i social network non sono più luoghi di incontro e socializzazione virtuale" ma "si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che, sfruttando l'anonimato, incitano alla violenza, all'odio sociale, alla sovversione".
Gabriella Carlucci continua a non rendersi conto di due cose: che non è lo strumento il problema, ma semmai le persone che praticano soltanto l'odio (categoria non limitata alla Rete), e che anche gli idioti hanno diritto a esprimere la propria opinione, esattamente come possono girare per le strade e straparlare liberamente (non a caso esiste la definizione di "discorsi da bar", eppure nessuno si sogna di chiedere la carta d'identità a ogni avventore che sproloquia).
È sicuramente molto più facile pretendere la censura piuttosto che applicare le leggi che già esistono (l'apologia di delitto su Internet è già punibile senza inventarsi nuove norme) e illudersi di poter "abolire l'anonimato" e risolvere così la questione; che qualcuno si senta più forte e ritenga lecito ingiuriare a destra e a manca solo perché si ritiene nascosto da un nick è il triste problema di un singolo codardo, non di Internet.
D'altra parte, Gabriella Carlucci ha evidentemente un debole per leggi, leggine e codicilli che regolino ogni aspetto della vita: produttiva quanto nessun altro politico, in un solo giorno è riuscita a firmare più di 200 ddl, come rivela Antonello Caporale su La Repubblica.
Intanto, comunque, il ministro Maroni proporrà al prossimo Consiglio dei Ministri (giovedì 17) una serie di norme da discutere "per garantire ai cittadini e a chi ha compiti istituzionali di poter svolgere la propria attività in piena sicurezza" su "un terreno molto delicato che riguarda la libertà di espressione sul web e la libertà di esprimere il proprio pensiero anche contro altri in pubblico, purché in modo non violento".
A fare da controcanto è l'onorevole Casini che teme un intervento "emotivo" sulla Rete, quando invece basterebbe utilizzare le leggi già in vigore: "Internet è un terreno pericolosissimo ma occorre prudenza, perché le leggi esistenti già consentono di perseguire i responsabili, la polizia postale fa un lavoro straordinario".
Casini prende a esempio gli Stati Uniti: "il Presidente Obama riceve intimidazioni inaccettabili su Internet ma a nessuno è mai venuta in mente l'idea di censurare internet, quindi attenzione su questo versante: guai a rispondere con provvedimenti illiberali"; il vero problema, semmai, sono le campagne d'odio che - a mezzo Rete o giornali - si fanno "da destra e da sinistra".
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