I processori del futuro avranno centinaia di unità di esecuzioni, grazie a una nuova architettura interna.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-11-2010]
Intel ha una certezza: il futuro dei processor passa attraverso la moltiplicazione dei core presenti su un solo chip.
SCC, il processore a 48 core presentato lo scorso marzo, è solo la prima dimostrazione di quello che si può ottenere sfruttando a fondo quella tecnologia: secondo il ricercatore di Intel Timothy Mattson "si tratta di un'architettura che potrebbe, in linea di principio, arrivare a 1.000 core".
Nel passaggio dalla teoria alla pratica, però, bisogna risolvere qualche problema: usando la tecnologia odierna, per esempio, il diametro delle connessioni interne, in un chip con 1.000 core, sarebbe tale da avere un impatto negativo sulle prestazioni.
Aumentando il numero di core, tuttavia, le risorse aggiuntive richieste dai protocolli stessi per svolgere il proprio compito diventano tali da non rendere più conveniente la crescita del numero di core.
Mattson propone di eliminare la cache coherency, permettendo ai singoli core di comunicare direttamente tra loro: su questo si concentrano gli sforzi di alcuni dei programmi di ricerca attuali di Intel, tra cui quello che ha dato vita al processore a 48 core.
Ecco perché il SCC è così importante: permette di superare i limiti attuali rendendo i vari core capaci di inviarsi "messaggi" l'un l'altro pur mantenendo la compatibilità con le istruzioni x86 e rendendo possibile aumentare quasi in modo indefinito il numero dei core.
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