"Piuttosto non usatelo" sostiene il presidente esecutivo di Google.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-08-2011]
Il nome di Andy Carvin forse a molti non dirà niente, ma recentemente quest'uomo ha vinto un Journalism Award per aver twittato, con oltre 800 messaggi in tempo reale, l'ingresso a Tripoli dei ribelli libici.
Prendendo in considerazione anche l'uso dei social network nei Paesi sottoposti a regimi dittatoriali, Carvin ha avuto l'occasione di parlare con Eric Schmidt - ex CEO e ora presidente esecutivo di Google - circa l'uso di pseudonimi o nomi reali all'interno di Google+.
Dato che in determinate occasioni l'uso del proprio vero nome può mettere a rischio un utente, Carvin ha chiesto in che modo Schmidt giustifichi la richiesta, da parte di Google+, di non usare un nickname.
Chi non desidera apparire con la propria reale identità - spiega Schmidt - può semplicemente fare a meno di utilizzare Google+: dopotutto non è obbligatorio.
Internet sarebbe un posto migliore - ha continuato il presidente di Google, non con queste esatte parole ma secondo il riassunto di Andy Carvin - se ognuno sapesse esattamente con chi sta interagendo, poiché ci sono persone cattive, in giro, anche in Rete, e la possibilità di riconoscerle permetterebbe di emarginarle di conseguenza.
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