Una ricercatrice italiana scopre come usare Google Earth per controllare la pesca nel Mediterraneo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-02-2012]
Google Earth può essere uno strumento utilissimo: la dottoressa Chiara Piroddi, della University of British Columbia di Vancouver, in Canada (ma nata ad Alessandria), ha scoperto per esempio che può servire a tenere sotto controllo gli allevamenti ittici.
Fornire dei dati accurati circa i pesci catturati, infatti, è un problema, e il team della dottoressa Piroddi (di cui fanno parte anche Pablo Trujillo e Jennifer Jacquet) ha cercato un modo per scoprire se ci siano discrepanze anche tra i dati ufficiali relativi ai pesci d'allevamento e quelli reali.
Utilizzando Google Earth i tre ricercatori hanno potuto dunque analizzare il 91% del Mediterraneo e contare il numero di gabbie per pesci presenti nel mare: hanno così scoperto la presenza di 248 gabbie per tonni (circolari, con un diametro di oltre 40 metri) e di 20.976 gabbie per altri pesci entro 10 km dalle coste, per la maggior parte in Grecia e in Turchia.
Le immagini satellitari, combinate con le stime circa il volume delle gabbie, la densità di pesci, i tassi di raccolta e la capacità stagionale si è potuto ottenere una valutazione circa il numero dei pesci d'allevamento di 16 Paesi mediterranei, che ammonta a 225.736.
Ciò che è più interessante è che tale numero è di poco superiore ai dati forniti dalla FAO, il che prova la possibilità di utilizzare Google Earth a questo scopo.
Inoltre, è stato possibile scoprire che i dati ufficiali forniti dai singoli Paesi a volte si discostano da quelli reali: è il caso per esempio della Grecia e della Turchia che dichiarano il 30% e il 18% in meno, ma anche dell'Italia e della Francia, che invece forniscono dati superiori a quelli reali.
La ricerca completa è stata pubblicata sulla rivista online PLoS One ed è liberamente consultabile.
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merlin