Troppe recensioni fasulle sarebbero pubblicizzate come genuine.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-12-2014]
«Diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni».
È questa la motivazione con cui l'Agcm (l'organismo antitrust italiano) ha comminato una multa da 500.000 euro a TripAdvisor, il popolare sito di viaggi che offre la possibilità agli utenti di recensire gli esercizi che visitano.
Il problema, stando a quanto ha rilevato l'Antitrust, è che TripAdvisor si pubblicizza come un sito in cui le recensioni sono tutte genuine, scritte da utenti che hanno provato il servizio e quindi sanno di che cosa parlano avendolo sperimentato di persona; le cose, però, starebbero diversamente.
L'Autorità ritiene infatti che il sito permetta di creare facilmente, e senza troppi controlli, profili fasulli: in tal modo i vari gestori di alberghi, ristoranti e via di seguito potrebbero scrivere recensioni entusiastiche della propria attività e screditare completamente i concorrenti, facendosi però passare per comuni utenti.
Stando così le cose, i veri utenti di TripAdvisor finirebbero con l'essere presi in giro dal sito, che per l'Agcm afferma di essere affidabile mentre in realtà non lo è: ci sarebbe quindi spazio per parlare di pratiche commerciali scorrette.
TripAdvisor, per l'Autorità, è quindi colpevole perché «adotta strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni. In particolare, TripAdvisor pubblicizza la propria attività mediante claim commerciali che, in maniera particolarmente assertiva, enfatizzano il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili in quanto espressione di reali esperienze turistiche».
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Tutto ciò costituisce una violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo, «risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico».
TripAdvisor ha ora 90 giorni di tempo per far sapere all'Antitrust come hanno intenzione di rimediare a questa situazione, e 30 giorni per pagare la sanzione da mezzo milione.
Nel frattempo, il sito ha risposto con un comunicato stampa in cui definisce «non ragionevole» il provvedimento dell'Autorità, annunciando il ricorso in appello.
«La politica di tolleranza zero dell'Antitrust significa che ci avrebbero condannato anche se solo una recensione su un milione fosse stata considerata non accurata» scrive TripAdvisor. «È stato adottato uno standard che non è realistico per nessuno modello di business. Si dovrebbe giungere alle stesse conclusioni contro una banca che utilizza la parola "sicuro" o "protetto" perché 1 cliente su 200 milioni ha subito un tentativo di frode sulla sua carta di credito. O contro una società di sicurezza di internet che utilizza termini simili perché lo 0.0000005% dei suoi clienti ha preso un virus sul suo computer»
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