Play, la rete P2P serverless con crittografia Bitcoin

Chiudere Zeronet è praticamente impossibile: la rete può vivere per sempre.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-03-2016]

play

Il problema dei siti di torrent è che, dovendo essere ospitati da un server, quando qualcuno decide di sequestrare quel server essi scompaiono. L'intera storia di The Pirate Bay è un perfetto esempio di ciò.

È per questo motivo che molti sognano di poter utilizzare un'architettura distribuita, in cui non c'è un server centrale da poter spegnere ma nella quale gli utenti fungono anche da server. Così è nata Zeronet.

Zeronet si descrive come un servizio in grado di offrire «siti P2P aggiornati in tempo reale, usando la crittografia Bitcoin e la rete BitTorrent».

In altre parole, dopo aver installato Zeronet ogni utente non si limita a visualizzare i siti presenti in essa, ma li ospita anche: ognuno fornisce una parte delle proprie risorse per permettere ai siti di continuare a esistere, come spiega il documento che dettagliatamente illustra il funzionamento della rete.

Il sistema è, in fondo, simile a quello usato da BitTorrent per la condivisione dei file e proprio un sito di torrent è di recente apparso su Zeronet.

Si chiama Play ed è accessibile tramite un indirizzo Zeronet, dunque utilizzabile soltanto se si installa il client. Play non dispone di un tracker ma ospita tutta una serie di magnet link che puntano ai contenuti (film, serie TV) messi in Rete da RARBG.

zeronet play

Teoricamente, grazie alla particolare struttura di Zeronet, Play può vivere per sempre, posto che ci sia qualcuno che lo usi e quindi contribuisca a tenerlo online.

Non bisogna però pensare che, oltre alla capacità di resistere alla chiusura, Play offra anche altri vantaggi: per esempio non è un sito anonimo, perché gli indirizzi IP degli utenti/hosting sono pubblici, a meno che non siano essi stessi a occuparsi del mascheramento, usando TOR o una VPN.

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Lo stesso vale per i trasferimenti di torrent: una volta fatto clic sui magnet link tutto funziona come al solito, e spetta all'utente proteggere il proprio anonimato.

Infine, pur non ospitando materiale ma limitandosi a raccogliere i link, Play non è certamente sicuro dal punto di vista legale. Il fatto che ora siano gli utenti stessi a fungere da hosting apre la porta a interessanti interpretazioni circa la responsabilità della condivisione di contenuti illegali in base alle leggi sul copyright.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (4)

{Dany89}
forse sono io che non ne capisco nulla, ma.... non è un po' lo stesso sistema di emule? Se invece mi sbaglio io, quali sono le differenze?
8-3-2016 18:55

Quoto Gummy Bear! La violenza con cui le major attaccano la pirateria, anche e soprattutto i singoli pirati, ha sempre più i contorni del fatto personale più che una lotta contro un crimine che, come da più parti dimostrato, non va certo a scalfire in modo apprezzabile i loro guadagni.
6-3-2016 17:50

Non risolve il "problema", ma si limita a spostarlo. Sara' il PC personale a diventare la fonte illegale dei contenuti ed a rischio di sequestro. Certo, chiudere tutti i client diventa molto difficile, ma ritrovarsi con dei signori in divisa che ti suonano il campanello, non e' per niente piacevole. .
6-3-2016 09:26

Il problema non è da dove scaricare, o cosa. Il problema è aggirare i blocchi del provider e l'affannosa rincorsa della major, che se risparmiassero i quattrini delle indagini e delle cause per abbassare i prezzi del commercializzato probabilmente guadagnerebbero assai di più. Ma i nababbi dei vari C.d.A. probabilmente si sentono offesi... Leggi tutto
6-3-2016 02:25

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