I file locali non occupano più spazio su disco.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-05-2016]
Si chiama Project Infinite il sistema ideato da Dropbox per evitare di occupare troppo spazio sugli hard disk degli utenti.
Chi usa il client di Dropbox sa bene che la comodità di operare sui file salvati nel cloud attraverso i normali programmi di gestione del filesystem (come l'Esplora Risorse di Windows) ha un prezzo: i file devono essere fisicamente presenti anche nella cartella Dropbox del computer locale, che viene sincronizzata con quella remota.
In questo modo, anche se non si ha alcun bisogno di avere una copia locale dei file salvati nel cloud è necessario comunque occupare spazio sul disco, e nel caso di hard disk di dimensioni limitate la questione può diventare un problema.
Per aggirare l'ostacolo, Project Infinite sostituisce i file locali veri e propri con dei "segnaposto". Aprendo la cartella Dropbox locale si vedrà la medesima struttura e il medesimo contenuto di quella remota, ma in realtà i file indicati non saranno davvero lì: si tratterà in realtà di collegamenti ai file remoti. Facendo doppio clic su di essi verranno scaricati e aperti.
Il funzionamento di questo sistema risulta completamente trasparente all'utente, che comunque mantiene la possibilità di decidere di conservare anche una copia locale dei file remoti.
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Per distinguere i file realmente presenti in locale da quelli presenti solo sotto forma di collegamento al vero file remoto, Dropbox introduce con Project Infinite due simboli che vanno a sovrapporsi all'icona di ogni file: quelli veramente salvati sull'hard disk mostreranno un segno di spunta verde, mentre quelli sostituiti dal segnaposto mostreranno una nuvola.
Sui file salvati solo nel cloud si potranno compiere alcune operazioni senza effettuare il download: si potrà per esempio conoscerne la dimensione o la data di creazione.
Project Infinite, che attualmente si trova in beta privata e sarà lanciato prossimamente per Windows e Mac OS X, è una novità per Dropbox, ma non è una funzione assolutamente inedita per il cloud computing.
OneDrive, quando ancora si chiamava SkyDrive, offriva lo stesso sistema, permettendo di tenere sul disco locale soltanto i collegamenti ai file veri e propri che invece si trovavano nel cloud. Poi Microsoft ha deciso di rimuovere questa opzione, sostenendo che generava troppa confusione negli utenti, i quali faticavano a distinguere quali fossero i file realmente presenti in locale e quali quelli remoti.
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