Dopo oltre un anno l'Agenzia Europea ritrova la prima sonda a essersi posata su una cometa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-09-2016]
Nel maggio del 2015, l'ESA perse ogni contatto con Philae, il lander della missione Rosetta.
La missione fu per altro un successo: Philae riuscì ad atterrare sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e iniziò a trasmettere dati relativi alla cometa stessa.
Il problema è che Philae era finita in una fessura tra le rocce: in pratica, fu obbligata a rimanere in ombra, bloccata in un punto da cui non riusciva a ricevere abbastanza luce dal Sole da permettere ai pannelli solari di continuare a caricare le batterie. Così, a un certo punto il lander si zittì.
Un'ultima comunicazione ci fu sei mesi dopo che il contatto era stato perso la prima volta; poi, più nulla. In base ai segnali radio ricevuti, gli scienziati dell'ESA hanno ipotizzato alcuni luoghi in cui Philae si poteva essere fermata, ma finora non avevano a disposizione immagini a risoluzione sufficientemente elevata da fornire una conferma.
Tutto ciò è cambiato lo scorso 2 settembre, quando la sonda Rosetta è passata abbastanza vicina a 67P/Churyumov-Gerasimenko da poter scattare foto ad alta risoluzione del nucleo della cometa, permettendo così di individuare il piccolo lander perduto.
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«Ora abbiamo la prova visiva che ci permetterà di inserire nel giusto contesto le analisi effettuate da Philae durante i primi tre giorni sulla cometa» ha commentato Matt Taylore, uno dei responsabili della missione Rosetta.
Il ritrovamento avviene proprio sul finire della missione Rosetta, che si concluderà il prossimo 30 settembre: in quel giorno la sonda inizierà a scendere verso la cometa, arrivando a meno di due chilometri da essa e scattando foto della superficie con una risoluzione sinora mai raggiunta.
Alla fine, la sonda Rosetta finirà la propria vita consumandosi su una regione di 67P/Churyumov-Gerasimenko chiamata Ma'at e caratterizzata da alcuni createri attivi.
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