Breve e pungente, esce il saggio di Ivan Scalfarotto, il candidato blogger, contro i "perpetui" Prodi e Berlusconi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-04-2006]
In gennaio si era parlato molto in rete di Ivan Scalfarotto, il quarantenne di Foggia, con ottimi studi, che fa il capo del personale della Citigroup a Londra, perché in Italia a un quarantenne come lui non affiderebbero mai un incarico così importante. Decide di aprire un blog per presentare la sua candidatura alle elezioni primarie del centrosinistra, quelle che, pur svolgendosi per la prima volta in Italia (solo in uno dei due schieramenti) avrebbero visto la partecipazione di più di quattro milioni di cittadini, tutti paganti e incolonnati pacificamente davanti a bar e circoli.
Di tutti quei milioni di voti, in massima parte andati a Prodi e a Bertinotti, solo poco più di 26.000 sono andati a Scalfarotto, arrivato ultimo anche dopo Mastella: ha suscitato da una parte delusione, perché i sondaggi on line di Repubblica lo davanno addirittura terzo, ma anche un comprensibile orgoglio per un ragazzo che non aveva mai fatto politica attiva, che non era andato mai in Tv, che non aveva dietro quasi nessuno, e che avrà speso qualche decina di migliaia di euro, trovando prima le firme e poi i voti.
Scalfarotto non farà mistero per tutta la sua campagna di essere omosessuale; racconta anche lo scontro che aveva avuto con un noto conduttore televisivo per una facile ironia su questo, di volere il matrimonio per i gay e una maggiore laicità dello Stato.
A questa sua esperienza di candidato di insuccesso, Ivan Scalfarotto dedica un pamphlet breve e denso, una settantina di pagine da leggere, accattivanti per il titolo: "Contro i perpetui". Questi, è facile capirlo, sono Prodi e Berlusconi, i due settantenni che si battono ancora, all'ultimo sangue, come dieci anni fa per contendersi il seggio di capo del governo.
Scalfarotto non parteciperà a questa campagna perché nessuno dei partiti che (grazie alla nuova legge elettorale) hanno potuto stabilire con scandaloso anticipo chi entrerà a far parte del prossimo Parlamento, con quasi assoluta sicurezza e senza nessuna partecipazione dei partiti stessi, nessuno di questi partici ha ritenuto di candidarlo: non l'Ulivo, non i Ds, non la Margherita, non la Rosa nel Pugno (e avremmo invece scommesso che avrebbero offerto qualcosa a lui, anche solo per immagine). Invece hanno tutti preferito nani e ballerine, portaborse e vecchie cariatidi.
Secondo Scalfarotto (ed è difficile dargli torto) il problema è che la contesa tra i due vecchi settantenni è l'immagine di un Paese vecchio, che costringe i cervelli alla fuga all'estero, che non premia le classi giovani e creative che fanno la fortuna delle nazioni che si sviluppano e crescono economicamente, culturalmente, in innovazione come la Spagna, governata dal quarantreenne Zapatero o la Gran Bretagna in cui Blair vinse che aveva quarant'anni e il leader attuale dei conservatori britannici ne ha trentanove e potrebbe diventare primo ministro al massimo tra due o tre anni.
Da noi invece i settantenni fanno fatica con le lingue e l'informatica, occupano tutte le posizioni di potere, non solo nella politica, e al massimo le tramandano ai figli: i figli degli operai faranno gli operai e così i figli dei dentisti, dei giornalisti, dei calciatori, dei registi, dei politici, in una società di caste, con il minor tasso di mobilità sociale d'Europa.
Scheda
Titolo: Contro i perpetui
Autore: Ivan Scalfarotto
Editore: Il Saggiatore
Prezzo: 6 euro
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