Telecomunicazioni, Francia-Italia 1-0

La presenza pubblica nelle Tlc francesi finora ha garantito meglio l'interesse pubblico.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-09-2006]

Notre Dame, Parigi. Foto di Claude Coquilleau

France Telecom, l'equivalente del nostro ex monopolista Telecom Italia, è tuttora un'azienda a controllo pubblico; l'azionista di controllo è lo Stato che nomina i suoi manager, per esempio l'attuale ministro dell'Economia Breton che è stato il manager di successo di France Telecom fino a due anni fa. Nel consiglio di amministrazione dell'azienda - oltre a rappresentanti dello Stato - siedono i rappresentanti degli azionisti privati e quelli dei dipendenti che, con la privatizzazione, sono diventati azionisti.

Nonostante la presenza dello Stato, l'indebitamento di France Telecom non è superiore a quello italiano. In questi giorni France Telecom lancia sul mercato francese "Unik", un telefono dual-mode fisso-mobile, corrispondente del nostro "Unico" di Telecom Italia senza particolari problemi da parte del regolatore francese anche perché, comunque, le quote di mercato di France Telecom nella trasmissione dati (Adsl, etc) e nella fonia sono inferiori a quelle di Telecom Italia.

Esiste una politica industriale nel senso che lo Stato francese, continuando una significativa tradizione, ha deciso (e il presidente della Repubblica e il capo del governo sono espressione di una maggioranza di centrodestra) di stabilire alcuni obiettivi nel campo della ricerca e dell'innovazione a cui ha destinato diversi miliardi di euro, anche nel campo delle Tlc, dell'elettronica e della fotonica. Di questo possono godere anche enti privati di ricerca come gli stessi laboratori di ricerca (Cnet) di France Telecom.

Le tariffe sono complessivamente più basse del nostro Paese, soprattutto nell'Adsl, ma il governo non è mai assente dalla politica tariffaria: l'aumento da 12 centesimi a 15 del prezzo degli Sms che i gestori mobili francesi volevano attuare fu fermato per decreto dal governo Raffarin di centrodestra e di impostazione liberista, su pressione dell'opinione pubblica indignata.

In Italia lo Stato è assente dalle Tlc: ha venduto Wind e prima ancora, sotto il governo Amato nel 2001, si è anche disfatto della quota del 3% che gli era rimasta in Telecom Italia. Non si preoccupa delle tariffe che delega completamente all'Authority. E' privo di una politica di ricerca e dell'innovazione: lo era nel governo Berlusconi e non si colgono grandi segni di cambiamento in quello attuale. I dipendenti non contano nulla nel capitale delle aziende.

Se le Tlc in Francia sono sotto il segno del pubblico, sotto un governo di centrodestra e godono di un maggiore sviluppo e perfino di una maggiore competitività, in Italia, dove tutto è stato lasciato al privato, in nome dell'indifferenza e della neutralità del pubblico, abbiamo un panorama peggiore.

La vicenda delle intercettazioni ha anzi dimostrato che se lo Stato si disinteressa del provato, il privato finisce con l'arrogararsi perfino le funzioni primarie ed esclusive dello Stato come la sicurezza o la lotta al terrorismo, con le degenerazioni che sono sotto gli occhi di tutti. La Francia sembra dirci "più Stato, più mercato" mentre per noi sembra valere "meno Stato e meno mercato".

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Pier Luigi Tolardo

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