IIS, IE, Outlook: un vero tris d'assi

Si allunga l'elenco dei problemi che minano la sicurezza dei tre prodotti Microsoft più utilizzati in Internet. Impossibile, per gli utenti, dormire sonni tranquilli.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-07-2001]

A quanto pare, la sicurezza non è la principale caratteristica dei tre programmi Microsoft che mettono a disposizione degli utenti di Windows i più importanti servizi della Rete.

Le versioni 5.0 e 5.5 del browser Internet Explorer sono afflitte da un "baco" nella gestione delle estensioni MIME: in particolare, il browser ne valuta il contenuto in base al MIME type dichiarato, ma le gestisce secondo quanto indicato dall'estensione del file che ne costituisce il reale contenuto.

Ciò significa che è possibile ingannare IE fingendo che il contenuto della sezione MIME sia innocuo (ad esempio un file "wav", il cui MIME type è audio/x-wav), ma inserendovi "fraudolentemente" un programma o un comando batch. Il browser, tradito dal tipo dichiarato, che di per sè non suscita sospetti, gestisce l'allegato come suggerito dalla sua estensione (.exe o .bat), senza avvisare l'utente: in buona sostanza, lo esegue.

Si tratta di un problema particolarmente grave in quanto non riguarda solamente, come potrebbe sembrare a prima vista, gli allegati alle email: il discorso non cambia se la sezione MIME fa parte di una pagina HTML (o, più precisamente, EML). In altre parole, è sufficiente visitare con IE una pagina web costruita in modo "malizioso" perché sul computer dell'utente siano eseguiti, a sua completa insaputa, i comandi predisposti dall'autore del sito, con implicazioni facilmente intuibili.

Non ci credete? Allora vi indico un esempietto molto interessante... e, già che ci siamo, anche la patch.

E veniamo a IIS. Sotto accusa, questa volta, è l'algoritmo di parsing degli URL. IIS, come del resto tutti gli HTTP server, effettua il parsing dell'URL richiesto per ricondurlo alla cosiddetta "forma canonica" e, successivamente, verifica che non "conduca" a files ai quali non deve essere consentito l'accesso. In particolare, gli URL che referenziano programmi CGI o server-side scripts non devono "risalire" a directories esterne alla porzione di filesystem prestabilita in configurazione. A fini di validazione sono risolte e verificate anche le sequenze di escape, che consentono di inserire negli URL qualsiasi carattere, rappresentandolo mediante il suo codice ASCII esadecimale preceduto da "%".

Dove sta il problema? IIS, dopo avere effettuato parsing e validazione, effettua un secondo parsing, ma non un ulteriore controllo di liceità. Ciò rende possibile referenziare files sparsi ovunque nel filesystem della macchina proprio tramite le sequenze di escape: utilizzandole per codificare in un URL i caratteri che compongono altre sequenze di escape, queste ultime vengono risolte dal secondo passaggio di parsing: il vero URL risultante a questo punto è acceduto senza essere validato. Con tale tecnica, non è difficile inserire pathnames arbitrari nell'URL di una richiesta script o CGI e forzare IIS ad eseguire qualsiasi programma sia installato sulla stessa macchina. Sono disponibili le patches per le versioni 4.0 e 5.0 di IIS, entrambe colpite dal problema.

Infine, due parole su Outlook. Microsoft ha rilasciato recentemente un nuovo controllo ActiveX, denominato "Microsoft Outlook View Control", accessibile dagli scripts a causa di un errore nella certificazione: esso è infatti marcato "safe for scripting" mentre, per le sue caratteristiche implementative, non dovrebbe esserlo. Il risultato è che script inseriti nei messaggi email possono eseguire, attraverso detto controllo ActiveX, comandi e programmi all'insaputa dell'utilizzatore.

Al momento, non pare che esista una patch specifica per il "Microsoft Outlook View Control". Ci si può difendere installando i security service packs messi a disposizione da Microsoft per Outlook 2000 e 98, oppure disabilitando l'esecuzione degli scripts nelle email.

Tirando le somme, la situazione appare sconfortante: si tratta di problemi di gravità notevole, e non stiamo parlando di programmini qualsiasi, ma di Software Blasonato (nonché Costoso e Diffuso). E certo non ci rallegra la patetica affermazione con cui Microsoft, nel proprio bollettino dedicato al problema di IE sopra descritto, ne minimizza la portata: "Perché l'attaccante possa colpire con successo l'utente sfruttando questa vulnerabilità, è necessario che riesca a persuaderlo a visitare una pagina web da lui controllata o ad aprire una email da lui spedita".

Ogni commento è superfluo.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

Mostra i risultati (2286 voti)
Luglio 2025
Il frigorifero di Samsung che fa a meno del gas: sfrutta l'effetto Peltier
Il pericolo delle eSIM
SPID, l'addio è ufficiale: il governo punta su CIE e IT Wallet
Bollette gonfiate, le strategie illecite. Scandalo energetico in Italia
Eliza colpisce ancora
Fuga da Windows: in tre anni ha perso 400 milioni di utenti. Preferiti Android, Mac e Linux
Giugno 2025
Windows 10, aggiornamenti gratuiti per tutti. Ma ci sono requisiti da rispettare
Addio, vecchia carta d'identità: è obbligatorio passare alla CIE entro agosto 2026
16 miliardi di nomi utente e password finiscono online: coinvolti anche Facebook, Google e Apple
Tracciamento delle notifiche: ultima frontiera
Amazon stringe sui resi: la finestra scende da 30 a 14 giorni
Passare a Windows 11 è più semplice con Windows Migration. La fine di Windows 10 è già arrivata
WhatsApp, ecco perché stai ricevendo un messaggio che ti chiede di aggiungere l'indirizzo email
Richiamati oltre un milione di power bank: potrebbero surriscaldarsi fino a prendere fuoco
La Danimarca lascerà Windows e Microsoft Office, passando a Linux e LibreOffice
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 11 luglio


web metrics