Se vuole fare rendere YouTube tramite la pubblicità online, Google deve puntare sull'offerta di contenuti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-06-2008]
YouTube deve cambiare: si tratta di una necessità che è nell'aria da un po' e che è stata sostanzialmente confermata dal Ceo di Google Eric Schmidt poco tempo fa.
Nei quasi due anni trascorsi da quando è stato acquisito, il più famoso servizio di hosting video non è ancora stato in grado di fornire un ritorno monetario e - se anche si crede all'affermazione di Schmidt secondo la quale monetizzare non è la molla primaria che spinge Google - così non si può andare avanti. YouTube consuma un sacco di banda in uscita e non produce alcunché.
Nemmeno la pubblicità, da sempre la più grande risorsa di Google, dà i risultati sperati: gli inserzionisti non paiono molto interessati ad apporre il proprio marchio su contenuti video autoprodotti. Prima di dare il via libera per l'associazione del proprio nome a un filmato, i proprietari dei marchi vogliono essere sicuri che il ritorno di immagine non sia negativo. E questa garanzia non può essere ottenuta facilmente da un sito che si basa sui contributi degli utenti.
Quindi, le voci che vorrebbero vedere YouTube lanciarsi nel settore della diffusione via Internet di interi film, telefilm, documentari e compagnia hanno anche un senso: sicuramente sembra una strategia più indicata da seguire, se si vuole iniziare a guadagnare qualcosa, rispetto ai clip autoprodotti limitati a 10 minuti cui siamo abituati che tuttavia sono l'origine e l'anima del servizio.
Eppure, la strada non sembra così facile da percorrere. Di fronte a concorrenti dal discreto successo come Hulu, per esempio, YouTube appare in ritardo; inoltre resta sempre la questione del copyright. Hulu ha alle spalle un vasto archivio, mentre YouTube non è nato con questo scopo e in ciò si trova in svantaggio.
Anche la Disney, recentemente, si è accorta delle potenzialità della distribuzione via Internet dei propri film finanziandoli attraverso gli spot pubblicitari. Se dunque anche Google vuole seguire la stessa strada, che peraltro porta in una direzione - la pubblicità online - che le è sempre stata congeniale, è bene che si dia una mossa.
Ciò significherà però trasformare YouTube da un servizio di hosting (i cui video non hanno una qualità eccelsa senza che alcuno se ne lamenti) a qualcosa di diverso, di cui peraltro esistono già esemplari cui gli utenti si sono affezionati; si può prevedere una dura battaglia.
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