Ottima velocità e integrazione con le applicazioni Ajax sono i punti di forza di un browser dall'interfaccia elegante e ridotta all'osso ma che sembra piuttosto affamato di memoria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-09-2008]
La prima impressione è di velocità, per quanto questa fosse una cosa che bisognava aspettarsi: fin dalla prima apparizione dell'ormai famoso fumetto, Chrome si è presentato come il nuovo "browser più veloce della Terra", per prendere in prestito quello che una volta era il motto di Opera.
Chrome è un browser pulito: l'interfaccia appare subito ordinata e nel complesso elegante. Chi si è abituato ad avere barre degli strumenti affollate (per esempio a causa dell'installazione di numerose estensioni per Firefox) forse si sentirà un po' abbandonato a sé stesso: i menù, accessibili tramite icona, sono proprio ridotti all'essenziale.
I pulsanti per spostarsi avanti e indietro tra le pagine visitate, quello per ricaricare la pagina, il menù Pagina Corrente e il menù Personalizza: queste saranno le sole icone presenti; al centro ci sarà invece la barra degli indirizzi, Omnibox.
Omnibox è sicuramente molto pratica: unisce in un'unico strumento le funzioni di una barra degli indirizzi tradizionale e quelle di una casella di ricerca.
Per certi versi questo già succede anche nei browser della concorrenza, come Opera e Firefox: digitando l'Url (o una parte di esso) di un sito web la funzione di autocompletamento propone una lista di indirizzi ricavata dalle pagine visitate e dalle ricerche effettuate, ma non solo. L'elenco di Chrome comprende anche siti attinenti alla parola digitata proposti dal servizio Google Suggest (a meno che non si sia scelto un altro motore di ricerca predefinito).
La possibilità di effettuare ricerche direttamente dalla Omnibox sfruttando il motore predefinito la rende una soluzione completa: qualche prova ne ha subito fatto apprezzare l'efficienza, che pare superiore a quella degli altri concorrenti.
L'elevata velocità di apertura di nuove tab e di caricamento delle pagine è il risultato della collaborazione tra le tecnologie implementare in Chrome, che vanno dalla macchina virtuale V8 per l'esecuzione dei Javascript al Dns prefetching - tecnologia grazie alla quale il browser cerca in anticipo gli indirizzi Ip dei link presenti nella pagina web visitata - fino all'efficiente motore di rendering.
Il prezzo di tanta efficienza è il consumo di memoria. All'avvio, Chrome consuma molta meno memoria rispetto a Firefox. Man mano tuttavia che il numero di schede aperte cresce, ecco che il browser di Google perde terreno a vantaggio del Panda Rosso, che alla fine si rivela quello meno avido di risorse, seppure non di molto.
A beneficiare in particolare della velocità offerta da Chrome sono le applicazioni web come, naturalmente, quelle offerte da Google: Gmail, per esempio, risulta sensibilmente più veloce rispetto all'esecuzione con altri browser.
La gestione delle tab è forse una delle novità più pubblicizzate; il fatto che ognuna rappresenti un processo separato rende meno ansiogeno il blocco del caricamento di qualche pagina: l'utente può tranquillamente terminare soltanto la scheda che non risponde tramite il task manager integrato.
Un browser dotato di una lista dei processi è sicuramente una cosa inusuale, tuttavia decisamente comoda: accessibile dal menù degli strumenti (o cliccando con il tasto destro in un punto vuoto della barra delle tab o ancora tramite la scorciatoia Shift+Esc), il task manager di Chrome permette di uccidere il processo impazzito senza interrompere il lavoro che si portando avanti nelle altre schede.
A completare le pratiche caratteristiche della gestione delle tab c'è la possibilità di separare una singola tab in una nuova finestra semplicemente trascinandola, e di reincorporarla nella finestra di origine allo stesso modo. L'ordine delle schede, naturalmente, può essere variato a piacere sempre tramite trascinamento.
Sul fronte della sicurezza, al di là del bug scoperto poco dopo il lancio, Chrome incorpora una funzionalità grazie alla quale, prima di accedere a un sito potenzialmente pericoloso, appare una schermata che informa l'utente sui rischi ai quali potrebbe esporsi continuando nella navigazione.
Sul fronte della privacy, invece, sarà probabilmente molto apprezzata la modalità di navigazione in incognito: navigando all'interno di una finestra eseguita in questa modalità (attivabile dal menù Pagina Corrente) non rimarrà traccia delle attività svolte in Rete né nella cronologia di navigazione né in quella di ricerca né in altri luoghi del computer. Il che spiega perché sia stata ribattezzata subito porn mode. Eventuali file scaricati o preferiti aggiunti, naturalmente, saranno mantenuti.
L'apertura di una nuova finestra di navigazione in incognito (identificabile da un colore più scuro dello sfondo della finestra stessa e dall'immagine di un inquietante tizio con impermeabile e occhiali) è accompagnata da un breve monito che invita a diffidare dei siti che raccolgono informazioni personali, dei software che registrano i tasti premuti nonché degli agenti segreti e delle persone che stanno alle spalle dell'utente.
Le impostazioni sono raggruppate in tre schede: impostazioni di base, piccoli ritocchi e roba da smanettoni (in inglese under the hood, ossia sotto il cappuccio). Quelle fondamentali non mancano, sebbene alle volte sembrino eccessivamente semplicistiche.
Per esempio, quando si tratta della gestione dei cookie, si può scegliere se accettarli tutti, bloccarli tutti o "limitare le modalità di utilizzo dei cookie di terze parti", ma non si può effettuare una gestione più minuziosa. D'altra parte, per la maggior parte degli utenti questo è generalmente sufficiente.
Altre caratteristiche rientrano poi nella categoria delle finezze sicuramente apprezzabili come la finestrella a scomparsa, posta nell'angolo inferiore sinistro del browser, che mostra gli Url cui puntano i link sui quali si sofferma il puntatore del mouse.
Pratica, invece, la possibilità di sfruttare l'integrazione con Google Gears per ottenere una sorta di versione desktop delle applicazioni web. Tramite la voce crea scorciatoie di applicazione nel menù Pagina corrente è possibile posizionare sul Desktop, nella barra di Avvio veloce o nel menù Start un collegamento a GMail, Google Documents o a qualunque altra web application sia in grado di sfruttare Gears.
Un doppio clic sull'icona, quindi, aprirà una finestra di Chrome in cui girerà l'applicazione prescelta; non ci saranno le icone e le barre di navigazione, e si avrà così quasi la sensazione di lavorare con un'applicazione installata in locale.
Chrome propone insomma caratteristiche innovative e una velocità impressionante, che diventano ancora più interessanti se si tiene in considerazione che si tratta di una versione beta. Alcuni aspetti, tuttavia, andranno rivisti se l'intenzione è competere con gli altri protagonisti del settore.
In particolare, la mancanza di alcune funzioni forse non fondamentali ma spesso richieste dagli utenti potrebbe fermare chi valuta un'eventuale sostituzione del proprio browser predefinito: si pensi per esempio ai gesti del mouse o al controllo ortografico piuttosto che a maggiori possibilità di intervento sulle opzioni o all'espansione di funzionalità tramite estensioni, caratteristica che ha inciso non poco sul successo di Firefox.
D'altra parte occorre tenere a mente che l'idea alla base di Chrome prevede la realizzazione di un browser "con un design minimo che non intralcia la navigazione" e che renda "più veloce, facile e sicuro l'uso del Web".
In questo senso, non appena sarà sistemata la vulnerabilità di cui ora soffre, Google potrà dire di aver raggiunto l'obiettivo. Ora aspettiamo le versioni per Linux e Mac.
GOOGLE CHROME BETA
Velocità
Utilizzo memoria
Funzionalità
Compatibilità
Sicurezza
Giudizio Globale
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