Dalla fiera dedicata alla comunicazione pubblica emerge un'interessante panoramica sui servizi digitali per le amministrazioni locali che sono più aggiornate di quanto non ci si aspetterebbe.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-09-2001]
Dal 19 al 21 settembre si è tenuto a Bologna il COM.P.A. ovvero il salone dedicato alla Comunicazione per la Pubblica Amministrazione ed ai Servizi al Cittadino. L'importante appuntamento europeo ha offerto come ogni anno a dirigenti e amministratori, la possibilità di confrontarsi su argomenti e problemi di interesse quotidiano, proponendo nuovi servizi ed offrendo spunti di riflessione su argomenti caldi dei nostri tempi.
Tra le tante conferenze e seminari proposti, uno dei più interessanti e sicuramente dei più frequentati ha riguardato i servizi legati alle carte digitali con particolare attenzione all'universo delle smart card come naturale evoluzione delle carte a memoria. Non che le smart card tecnologicamente parlando siano una novità assoluta, ma rappresentano sicuramente un punto di attrattiva per l'attenzione dei manager pubblici che devono veicolare nuovi servizi su strumenti più efficaci.
Gli intervenuti hanno così potuto scoprire quali scenari prospetta il futuro: in particolare si è parlato di carta di identità elettronica e dei servizi che su essa possono venire attivati. Sono stati portati ad esempio, esperimenti e applicazioni pratiche effettuate con amministrazioni pubbliche di un certo rilievo quali i comuni di Ivrea, Torino, Verona e Reggio Emilia dove sono attivi servizi al cittadino che permettono il miglioramento della qualità della vita.
Accanto alle potenzialità delle carte e dei servizi che su di esse possono essere attivate, si è parlato parecchio anche dell'interopreabilità dei servizi stessi. Il problema è molto simile all'annosa questione di compatibilità fra sistemi operativi per PC. Anche le card infatti sono dotate di un proprio linguaggio di programmazione che varia da produttore a produttore; pertanto se si sviluppa un'applicazione per una carta occorrerà riprogettarla se si intende cambiare fornitore di card. Questo che sicuramente è un vincolo e potrebbe sembrare uno scenario auspicabile da parte dei produttori, in realtà è stato additato come il peggior quadro possibile della situazione. Tale forte vincolo tecnologico infatti induce le amministrazioni pubbliche (attualmente il più grande mercato potenziale per produttori di carte a chip) in una sorta di stasi forzosa in cui non scelgono per paura di effettuare investimenti errati. Pertanto gli stessi produttori intervenuti alla conferenza hanno dato una forte sottolineatura al fenomeno delle carte JAVA, ovvero smart card programmate sulla base del linguaggio JAVA e le cui applicazioni sono dunque adatte ad essere utilizzate indipendentemente dal produttore.
In realtà tali smart card sono utilizzate ancora da pochissime amministrazioni, ma c'è da scommetere che ben presto ne sentiremo parlare sempre più diffusamente vista la forte impronta tecnologica che la P.A. italiana ha ricevuto in questi ultimi anni. Il problema diverrà allora non più quanto è diffusa quella carta e relativo lettore per poterla utilizzare, bensì quali servizi davvero serviranno al cittadino e chi sarà in grado di fornirli al meglio. Un problema che ci riguarda semprepiù da vicino.
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