I dati captati delle reti wireless potrebbero essere delle prove e non vanno cancellati. Ora la parola passa all'autorità giudiziaria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-09-2010]
La vicenda dei dati illecitamente - ma anche inavvertitamente - raccolti dalle Google Car in giro per il mondo a fotografare strade per Street View e provenienti dalle reti Wi-Fi non si è ancora conclusa.
Non sono bastate né le scuse di Eric Schmidt né la consegna dei dati raccolti (tra cui informazioni riservate, password comprese) alle autorità europee per porre fine a una questione che coinvolge potenzialmente le informazioni sensibili di un grandissimo numero di cittadini.
Ora è il Garante italiano per la Privacy a intervenire, imponendo a Google di bloccare qualsiasi trattamento sui cosiddetti payload data captati dalle vetture di Street View e coinvolgendo l'autorità giudiziaria perché valuti se siano stati commessi degli illeciti.
Google, dal canto proprio, ha fornito i riscontri richiesti dal Garante e ha confermato la raccolta dei payload data durante il passaggio delle vetture, specificando tuttavia che essa era avvenuta erroneamente e che i dati raccolti erano comunque talmente frammentati da non per potersi considerare informazioni personali.
Tali dati, secondo quanto ha dichiarato Google stessa, sono attualmente conservati su server negli Stati Uniti e non sono mai stati utilizzati, né comunicati a terzi.
L'Autorità italiana obietta invece che, dal suo punto di vista, una tale raccolta di informazioni comporta la concreta possibilità che alcune delle informazioni catturate abbiano natura di dati personali, poiché la "pesca" è stata effettuata in modo sistematico e per un considerevole periodo di tempo, fino al maggio 2010).
Il Garante teme in pratica che le informazioni raccolte, frammentate o meno, consentano di risalire a persone identificate o identificabili: Google potrebbe aver pertanto compiuto un grave illecito, violando non solo il Codice privacy ma anche alcune norme del codice penale.
Tra le norme che forse sono state violate ci sono quelle che puniscono le intercettazioni fraudolente di comunicazioni effettuate su un sistema informatico o telematico (art. 617-quater del codice penale) e l'installazione, fuori dai casi consentiti dalla legge, di "apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere" comunicazioni relative "a un sistema informatico o telematico" (art. 617-quinquies).
È per questi motivi che il Garante ha trasmesso gli atti all'autorità giudiziaria, affinché questa accerti gli eventuali illeciti penali.
Considerato inoltre che i payload data possono costituire elementi di prova delle eventuali violazioni, il Garante ha ritenuto che non debbano essere cancellati dai server nei quali sono conservati e ne ha disposto il blocco, imponendo a Google di sospendere qualunque trattamento.
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