Antonio Catricalà: "I fornitori di contenuti più pesanti paghino di più la banda". Per finanziare le reti di nuova generazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-10-2010]
Finora, più o meno coerentemente, lo sviluppo di Internet è proseguito all'insegna della Net Neutrality: la Neutralità della Rete è un principio in base al quale tutti i contenuti presenti hanno la stessa importanza, senza corsie preferenziali, e tutti gli utenti hanno gli stessi diritti di accesso.
Ultimamente, nonostante voci che periodicamente ne ribadiscono la validità, la Net Neutrality sta venendo messa in discussione: Internet Service Provider e grandi aziende come Google non devono fare grandi sforzi di immaginazione per intuire i vantaggi che potrebbero ricavare da una Internet a due - o più - velocità, a scapito dei soggetti più deboli.
Che le aziende tirino acqua al proprio mulino non stupisce nessuno ma, se a pronunciarsi contro la Net Neutrality è il presidente dell'Antitrust, allora le cose cambiano.
"La neutralità della rete è un tabù che ostacola la creazione dell'NGN" ha dichiarato Catricalà, secondo quanto riporta il quotidiano; NGN sta, naturalmente, per Next Generation Network, ossia la rete di nuova generazione della cui costruzione si va parlando da tempo.
Chi consuma più banda dovrebbe pagare di più: è questa l'idea alla base dell'abolizione della Net Neutrality. "È giusto" - spiega il presidente dell'Antitrust - "che i fornitori di contenuti più pesanti paghino di più la banda".
Una proposta del genere si tradurrebbe però in un'immediata esclusione dei soggetti più piccoli dalla possibilità di proporre servizi esigenti in termini di risorse: i giganti, che non avrebbero problemi a pagare, potrebbero continuare a promuovere i propri, mentre chi volesse inserirsi nel mercato troverebbe difficile, se non impossibile, riuscire a farlo.
Eppure Catricalà ritiene che sia questa l'unica strada percorribile per creare una rete di nuova generazione, per la quale altrimenti non ci sarebbero i fondi necessari: "È necessario stabilire un sistema di ritorno economico dell'investimento sull'NGN che superi i tabù della neutralità della rete e dell'uguaglianza dell'accesso".
Si tratta di una posizione che, mettendo in discussione le uguali possibilità di accesso a Internet, prospetta un cambiamento radicale della Rete come la conosciamo e apre la porta a possibili scenari di chiusura di Internet stessa, dove i grandi nomi avrebbero massima precedenza e visibilità: sarebbe una sorta di riproposizione dello scenario televisivo analogico, nella contrapposizione tra grandi reti e piccole emittenti locali.
Se Catricalà è arrivato a queste conclusioni, la colpa è in parte anche della sparizione dei fondi originariamente destinati alla banda larga: "C'era un piano nazionale per la banda larga e un finanziamento che è stato sospeso. Quei soldi sono congelati ma bisogna riprenderli".
Il presidente dell'Antitrust non risparmia poi critiche a Telecom Italia - colpevole di aver ideato un piano troppo "timido" per la creazione della nuova rete - e a sé stesso: il riferimento è a quando espresse perplessità circa la creazione di una società tra i vari operatori al fine di realizzare l'NGN.
"Ma poi ho capito" - ammette Catricalà - "che la società per l'NGN sarebbe stata una cosa buona per il Paese", specie se su di essa l'Antitrust venisse incaricata di vigilare. Ma la Net Neutrality deve sparire.
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