Tim, lo scorporo della rete è imminente ma minaccia la trattativa per gli esuberi

Sindacati in agitazione.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-02-2018]

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Sembrava non aspra ma addirittura in discesa la trattativa condotta all'interno di Tim e finalizzata al varo di un piano di riduzione del personale eccezionalmente consistente.

Tim vorrebbe attuare 4.000 prepensionamenti con anticipi fino a 7 anni (ma potrebbe anche arrivare fino a 5.000) e 2.500 esodi incentivati, destinati a chi voglia lasciare l'azienda ma non ha i requisiti per il pensionamento anticipato. L'articolo continua qui sotto.

Tim ha affermato che l'accordo deve essere raggiunto entro il 6 marzo; in caso contrario l'azienda procederà unilateralmente con la cassa integrazione, ma la questione pareva in via di risoluzione.

L'unico nodo fino a oggi sembrava essere quello dei contratti di solidarietà espansiva che prevederebbero, secondo Tim, 1.200 nuove assunzioni: queste riguarderebbero prevalentemente laureati da retribuire con una riduzione dell'orario di tutti i lavoratori Tim pari a 20 minuti al giorno (e, ovviamente, una corrispettiva riduzione dello stipendio).

Sulla trattativa è però piombata una meteora inattesa, sotto la forma di una decisione dell'amministratore delegato Amos Genish, il manager di origine israeliana arrivato al posto di Flavio Cattaneo.

Genish vuole infatti procedere in tempi serrati allo scorporo della rete Tim in rame e in fibra, il cui valore viene stimato in circa 13 miliardi di euro, per dare vita a una società separata controllata per ora al 100% da Tim.

Nella nuova azienda, dotata di un Cda e un bilancio separati, verrebbero trasferiti 20.000 lavoratori, mentre 30.000 rimarrebbero nella Tim "commerciale".

Tutto ciò preoccupa i sindacati, e infatti è già previsto un incontro tra i vertici di Tim e quelli di Cgil, Cisl e Uil (Camusso, Furlan e Barbagallo).

La preoccupazione riguarda il destino della Tim che rimarrebbe dopo lo scorporo, un'azienda che partirebbe da subito con una parte dei 26 miliardi di euro di debiti accumulati a oggi ma senza gli utili che provengono dell'affitto della Rete ai concorrenti, dirottati invece alla nuova società.

È pur vero, d'altra parte, che lo scorporo della rete consentirebbe di accedere a nuovi contratti di solidarietà per altri tre anni, cosa oggi impossibile perché due anni sono stati già utilizzati.

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