Dopo la visita di Tim Cook e il rapporto di FLA l'azienda cinese promette sostanziali cambiamenti nelle condizioni di lavoro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-03-2012]
La Foxconn, l'azienda che assembla in Cina prodotti elettronici per molti clienti occidentali, è tornata al centro dell'attenzione.
Il primo motivo che ha portato gli occhi di tutti a puntarsi nuovamente sull'azienda è la visita di Tim Cook, CEO di Apple, a una fabbrica cinese: Apple è notoriamente uno dei clienti di Foxconn e, sulla spinta delle voci circa le condizioni disumane di lavoro che regnerebbero nelle fabbriche, ha indetto una campagna di indagini a opera della Fair Labor Association.
Il secondo motivo è che la FLA ha stilato un primo rapporto e lo ha reso pubblico, segnalando tutti i problemi rilevati all'interno degli stabilimenti presi in esame.
È emersa una situazione in cui gli operai lavorano 60 ore alla settimana con stipendi medi tra i 269 e i 340 euro, in condizioni di lavoro pericolose e con una politica per il pagamento degli straordinari (vengono pagate soltanto le mezz'ore complete passate in più al lavoro) discutibile.
La pubblicazione del rapporto ha fatto sì che la Foxconn si affrettasse a promettere cambiamenti: entro luglio 2013 le ore di lavoro settimanali scenderanno a 49, i salari saranno alzati e verranno costruiti nuovi alloggi per gli operati che vivono all'interno delle strutture dell'azienda in luogo dei dormitori attuali.
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«Apple e si suoi fornitori hanno accolto le e nostre indicazioni e verificheranno pubblicamente le condizioni di lavoro rispetto a quanto evidenziato dal nostro report» ha dichiarato il presidente della FLA, che continuerà le proprie indagini concentrandosi ora su Quanta e Pegatron.
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