Da oggi la piattaforma di microblogging è inaccessibile per volontà del premier, accusato di corruzione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-03-2014]
Formalmente è una decisione dell'autorità turca per le comunicazioni, ma in realtà e l'avverarsi della promessa fatta dal premier Erdogan: «Estirperemo Twitter dalla Turchia».
Da oggi Twitter è infatti oscurato in tutta la Turchia; chi dovesse riuscire a superare il blocco può incorrere in gravi sanzioni.
All'inizio Erdogan si era accontento di una forte censura: una squadra composta da ben 6.000 poliziotti attuava un controllo continuo dei messaggi sui principali social network. Ora siamo al blocco.
A scatenare la repressione digitale è stata la pubblicazione, sui principali organi di informazione e, naturalmente, sulle piattaforme più usate in rete, di intercettazioni telefoniche riguardanti lo stesso Erdogan e componenti della sua famiglia; queste dimostrerebbero gravi casi di malversazione ed episodi di corruzione.
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«Non mi interessa quello che dice la comunità internazionale. È contro la sicurezza nazionale. C'è una sentenza del tribunale: vedranno la forza della Turchia»: sono queste le parole che Erdogan ha usato per giustificare la propria mossa e far sapere che, per quante possano essere le proteste, non arretrerà di un millimetro.
L'Unione Europea ha per il momento comunicato la propria posizione in via ufficiosa: a rivelarla sono i tweet di membri della Commissione come Neelie Kroes, la quale ha scritto «Il blocco di Twitter in Turchia è infondato, privo di scopo e codardo. Il popolo turco e la comunità internazionale lo considereranno censura. E lo è».
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Il blocco turco di Twitter non funziona
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