Vani gli sforzi USA di metterlo dietro le sbarre.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-12-2014]
Sembrava che per Kim Dotcom ormai le porte della prigione stessero per riaprirsi, e invece il fondatore di Megaupload è di nuovo in giro.
L'accusa che gli era stata rivolta era di aver violato le condizioni per la libertà vigilata, che gli era stata concessa dopo l'arresto avvenuto nel 2012.
La Corte Distrettuale di Auckland ha ascoltato tutte le accuse e valutato la situazione, comprese le dimissioni del team di avvocati che sinora ha difeso Dotcom, e poi ha deciso: Kim Dotcom resta in libertà.
Gli sono state tuttavia imposte restrizioni più severe: non potrà viaggiare in elicottero né sul mare, a meno che non si tratti di un mezzo di trasporto pubblico; inoltre dovrà recarsi alla locale stazione di polizia due volte alla settimana anziché una volta sola, com'era sinora.
Dotcom s'è detto sorpreso delle nuove condizioni che gli sono state imposte e ha affermato che «si tratta di un ulteriore esempio dei tormenti e delle prepotenze del governo statunitense in combutta con quello neozelandese».
«L'intera vicenda è stata organizzata soltanto perché i miei avvocati si sono dimessi a causa della mancanza di fondi dato che Hollywood ha sequestrato i beni che ho guadagnato dopo il raid. Quindi la Corona e il Governo USA hanno sfruttato questa opportunità in un momento di debolezza per creare un caso fasullo, sostenendo che avevo violato le condizioni per la libertà vigilata» ha sostenuto ancora.
Kim Dotcom, però, non è uomo da limitarsi a inveire contro il destino avverso ed è ripartito alla carica in una maniera del tutto imprevista: ha annunciato su Twitter la fondazione di un Partito di Internet negli USA.
Ci aveva già provato in Nuova Zelanda, raccogliendo scarso successo alle ultime elezioni; ora cercherà di essere, alle elezioni del 2016, «il peggior incubo di Hillary» (Clinton), come ha dichiarato sempre su Twitter.
Kim Dotcom non si candiderà in prima persona, anche per via di problemi amministrativi con la sua nazionalità tedesca; invece, «Il Partito di Internet US sarà finanziato e gestito da cittadini americani. Io aiuterò con le pubbliche relazioni ;-)» ha scritto.
Rispondendo al modo in cui viene considerato dal governo USA, Dotcom ha dichiarato: «Non sono un pirata. Non sono un fuggitivo. Non sono a rischio di fuga. Sono il vostro combattente per la libertà di Internet e contemporaneamente sarò il peggior incubo di Hillary nel 2016!».
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