L'accusa è di voler eliminare la concorrenza chiedendo royalty esagerate. Da Google ci si aspetta di più, spiega Microsoft.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-02-2012]
«Fate pure, ma vi terremo d'occhio» aveva detto solo pochi giorni fa l'Unione Europea a Google, approvando l'acquisizione di Motorola.
Ora, per essere sicuri che l'occhio non si distragga, Microsoft s'è fatta avanti annunciando l'intenzione di portare Motorola (e di conseguenza Google) davanti all'antitrust europeo per questioni di brevetti.
Secondo l'accusa (appoggiata anche da Apple e Cisco) Motorola non rispettano l'accordo tra le aziende che definiscono con i loro brevetti gli standard del settore, sui quali possiedono diritti esclusivi di proprietà intellettuale.
In base a questi accordi, la concessione dei brevetti per l'utilizzo delle tecnologie standard essenziali deve rispettare termini giusti, ragionevoli e non discriminatori: in inglese Fair, Reasonable And Non-Discriminatory, da cui l'acronomo FRAND per indicare questa pratica.
Per spiegare la propria posizione e il comportamento di Motorola (titolare di un parco brevetti ormai passato a Google), Microsoft porta l'esempio di un laptop da 1.000 dollari, su cui pendono 2.300 brevetti di proprietà di Motorola più altri 50, sempre di Motorola, relativi allo standard video H.264.
Ebbene, Motorola chiederebbe 2 centesimi per l'utilizzo dei 2.300 brevetti, ma ben 22,5 dollari per l'utilizzo degli altri 50, con la chiare intenzione - opina Microsoft - di affossare il mercato dei video a tutto vantaggio delle proprie soluzioni, sbarazzandosi così della concorrenza.
In teoria, tale pratica potrebbe portare al blocco di tutti i prodotti concorrenti, dalla Xbox ai PC con Windows.
Inoltre, il prezzo dei brevetti sale con l'aumentare del valore del dispositivo: una pratica tutt'altro che FRAND.
Così Microsoft e le altre aziende hanno deciso di rivolgersi all'Antitrust europeo, da sempre attento a questo genere di problematiche (come Microsoft stessa può testimoniare), aggiungendo - per chiarire la questione - che «Se ognuno agisse come Motorola, il costo associato ai brevetti sarebbe maggiore di quello di tutti gli altri costi per la produzione di Pc, smartphone, tablet e altri dispositivi messi insieme e ovviamente ciò farebbe crescere di molto il prezzo di questi prodotti».
«Google può cambiare questo stato di cose» conclude Microsoft: «da una compagnia così impegnata a proteggere internet ci si aspetterebbe un impegno maggiore contro l'uso dei brevetti essenziali per bloccare i prodotti rivali» spiega l'azienda di Redmond.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator