Le "emissioni otoacustiche" prodotte dall'orecchio in risposta ai suoni potranno essere usate come impronta biometrica per identificare univocamente una persona.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-04-2009]
Dopo la scansione dell'iride e il rilevamento delle impronte digitale, l'ultima frontiera della biometria è il riconoscimento dell'orecchio.
Il metodo, elaborato all'Università di Southampton è basato sui suoni emessi dall'orecchio: le cellule ciliari situate nella parte esterna della coclea vibrano in risposta ai suoni che entrano in questa struttura e così facendo producono a loro volta altri suoni, che possono essere utili per identificare in maniera sicura una persona.
Tali suoni - definiti emissioni otoacustiche - sono caratteristici per ciascuno, o almeno questa è l'ipotesi attualmente al vaglio dei ricercatori: "nel laboratorio, con il suo ambiente isolato, le emissioni sono diverse da persona a persona ma bisogna ancora lavorare molto per capire se nel mondo esterno queste possano essere identificate come prova di identità biometrica".
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