Chi scende e chi sale tra i manager Tlc

Per tutti i protagonisti del mondo delle Tlc italiane sta arrivando il momento della verità e non sarà gradevole per tutti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2002]

Chi scende e chi sale nel mondo delle Tlc italiane? Per tutti, anche nella carriera dei manager, arriva il momento delle prove decisive, così sarà nei prossimi mesi per i principali protagonisti delle Tlc italiane. Cominciamo dal più potente ed importante: Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Telecom Italia.

Poco più di un anno fa Ruggiero si faceva fotografare mentre strappava le bollette Telecom Italia in veste di amministratore delegato di Infostrada. Da allora ne ha fatta di strada: lasciata Infostrada, in seguito alla fusione di questa con Wind, è stato prima responsabile della filiale francese di Telecom Italia; subito dopo, con l'arrivo di Tronchetti Provera, è diventato direttore di Telecom Italia Domestic Wireline, la Business Unit di Telecom per la telefonia residenziale, pubblica ed Internet.

Negli ultimi tre mesi Ruggiero è diventato direttore generale dell'intera Telecom Italia ed infine ha preso il posto di Enrico Bondi come amministratore delegato. Oggi è lui il vicerè di Tronchetti Provera per i telefoni, un manager industriale, (a differenza di Bondi che era un esperto di finanza) che dovrà riuscire a farsela pagare la bolletta dagli italiani, anziché strapparla.

Finora gli è andata bene non solo come carriera ma anche come risultati: i ricavi sono ancora aumentati, Alice è stato un successone, l'emorragia di clienti si è rivelata più contenuta del previsto. Adesso però arriva il difficile: Bondi ha venduto tutto quello che poteva per ridurre l'indebitamento, non rimane più molto, tra le attività non telefoniche da vendere, tranne Seat.

Ma i debiti sono ancora molti: vi si farà fronte solo con la riduzione dei costi e l'aumento dei ricavi? E' difficile aumentare le tariffe, il canone è stato da poco ritoccato: occorre quindi recuperare clienti che hanno lasciato Telecom Italia ed aumentarne i consumi telefonici.

E' più facile a dirsi che a farsi: ridurre i costi senza peggiorare la qualità del servizio e senza intaccare i livelli occupazionali è ancora più difficile. Tutto il personale anziano è già stato allontanato dall'azienda con metodi indolori, come mobilità ed incentivi. Contenere il costo del lavoro senza entrare in collisione con i sindacati sarà una bella gatta da pelare per Ruggiero.

Anche la telefonia mobile ha già raggiunto il massimo della diffusione e dei ricavi per la fonia, i nuovi servizi richiedono ulteriori investimenti (come l'Umts): in questo campo sarà ancora più difficile crescere e si vedrà se Tronchetti Provera e Ruggiero intenderanno ancora avvalersi della collaborazione dell'Amministratore Delegato di Tim, Marco De Benedetti che, periodicamente, gli organi di stampa danno in uscita dal Gruppo Telecom Italia e che è stato sorpassato da Ruggiero.

Chi invece forse non rimarrà al suo posto è Tommaso Pompei, Amministratore Delegato di Wind: non è mai stato simpatico al Ministro Gasparri e, non dimentichiamolo, il Governo è l'unico azionista di Wind attraverso l'Enel.

Pompei ha dura sorte: il nuovo vertice dell'Enel considera non strategico il comparto delle telecomunicazioni ed aspetta il momento buono per cedere Wind, cosa che oggi non si può fare a causa del momento poco favorevole delle Borse. Pompei vorrebbe rendere gli italiani svincolati dal canone e lancia una campagna promozionale per il CanoneZero ma, nel contempo, minaccia di sospenderla a causa delle tariffe di interconnessione con Telecom Italia troppo elevate.

Un altro per cui il prossimo anno sarà il momento della verità è Renato Soru, presidente di Tiscali: forse produrrà qualche utile (ancora troppo poco per chi in Tiscali ha creduto) ma, contemporaneamente, soffre della concorrenza che sull'Adsl gli stanno facendo gli ex monopolisti, in Italia come in Europa. Soru getterà la spugna, venderà il suo impero europeo di Internet?

Il momento della verità arriva anche per Silvio Scaglia, fondatore e amministratore delegato di FastWeb, che ha raccolto successi inattesi con la sua banda larga, si è verificato infatti un boom di nuovi allacciamenti. Riuscirà FastWeb a superare la dimensione di nicchia, fortemente limitata ai grandi centri, ed a diventare un gestore telefonico nazionale in grado di portare la concorrenza a Telecom Italia a tutto campo?

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Pier Luigi Tolardo

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