Il 18 febbraio dovrà difendersi da una richiesta di risarcimento danni di 50.000 Euro per aver linkato un appello in cui compariva il nome del querelante che non lo aveva mai sottoscritto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-12-2002]
PeaceLink uno dei siti di ispirazione pacifista più conosciuti e visitati nel nostro Paese rischia di chiudere e Carlo Gubitosa, suo segretario, ha lanciato un appello per cercare di salvarlo. Il 18 febbraio 2003 si terrà la prima udienza di un processo in cui a PeaceLink vengono richiesti, da un consulente Nato (la cui identità fino al processo è coperta dalla privacy), 50.000 Euro di danni. I fatti sono questi: il 10 febbraio 2000 il sito ha riprodotto integralmente il testo di un appello (con citazione della fonte), dal titolo "Manifesto per un forum ambientalista", pubblicato sul sito web di Rifondazione Comunista. Il testo dell'appello era stato inoltre ripreso dal messaggio di una mailing list, successivo alla pubblicazione sul sito del partito.
Tra i firmatari dell'appello compare il nome di un consulente Nato che nel novembre 2002 ha dichiarato di non aver mai sottoscritto quel testo. A quasi tre anni dalla pubblicazione in rete dell'appello, PeaceLink viene citata in giudizio. Secondo l'esperto che lavora per la Nato (conosciuto anche nel mondo degli ambientalisti), il testo conterrebbe irragionevoli attacchi contro gli Usa e la Nato, danneggiando quindi la sua immagine di leale consulente presso gli stessi. Bisogna sottolineare innanzitutto, che PeaceLink ha fatto la scelta di non intervenire nei testi scritti da altri ed, in assenza di richieste ufficiali o comunicazioni, non può modificare o rimuovere il contenuto dei testi ripresi da altri siti. D'altra parte come avrebbe potuto controllare uno per uno i nominativi dei firmatari, ed immaginare che, addirittura, tra di essi, ci fosse un consulente Nato?
C'è il rischio che PeaceLink debba essere costretta alla chiusura se condannata, con il rischio che si costituisca un precedente che, di fatto, stroncherebbe ogni possibilità di libera circolazione in Internet di questo tipo di appelli. Per questo Peacelink chiede una solidarietà fattiva e generosa a quanti vogliono che continui ad esistere e a svolgere il suo lavoro, senza fini di lucro, supportata solo da un gruppo di volontari. Si può esprimere un messaggio di solidarietà sottoscrivendo un appello su PeaceLink, contribuendo ad una sottoscrizione che è stata aperta per le spese legali, facendo conoscere il più possibile questa vicenda per suscitare un clima di simpatia e sostegno.
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