La legge di Moore, negli ultimi anni disattesa, potrebbe nuovamente rivelarsi valida.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-11-2013]
Negli ultimi anni, la cosiddetta Legge di Moore ha iniziato a mostrare i suoi limiti.
«Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor a esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi».
Lo prevedeva Gordon Moore, cofondatore di Intel, nel 1965, senza intenzione di indicare una progressione matematica ma semplicemente indicando il risultato della propria osservazione.
Per decenni questa previsione si è rivelata valida. Allo stato attuale, però, la produzione di nuovi microprocessori non riesce a tenere il passo con il ritmo annunciato cinquant'anni fa.
Perché la Legge di Moore possa avere ancora validità occorre un cambio di tecnologia, e la soluzione sembra essere stata trovata da un gruppo di ricercatori dell'Università del Colorado.
Il professor Milos Popovic è infatti riuscito a realizzare un microprocessore sperimentale che adopera la luce anziché collegamenti elettrici per far "dialogare" i componenti.
Con questo sistema i componenti elettronici diventano molto più efficienti e veloci; per esempio un singolo filo di fibra ottica può trasportare luce a migliaia di lunghezze d'onda diverse contemporaneamente.
La soluzione sviluppata da Popovic e dal suo team si integra con i sistemi attuali: non è necessario rivedere l'intera tecnologia.
Avremo così computer, telefoni e tablet sempre più piccoli e sempre più veloci, e manterremo in vigore la Legge di Moore.
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