A rischio per sentenze del TAR, si modifica la Legge

"Sulla ricerca decide il Governo": decreto di Riordino del CNR al Consiglio dei Ministri, un grave colpo all'autonomia dell'Ente.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-05-2003]

Iniziamo riportando brutalmente quanto è stato deciso: l'articolo 15 del decreto di riordino, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, recita al comma 6: "In caso di gravi irregolarità, di difficoltà finanziarie perduranti, di esigenze di adeguamento della missione dell'ente alle politiche della ricerca scientifica e tecnologica definite dal Governo... con decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro alla Ricerca, è disposta la decadenza degli organi in carica... ed è nominato un commissario straordinario per la durata massima di 12 mesi".

Il testo definitivo non è stato ancora reso pubblico, "servono alcune limature lessicali", fanno sapere dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica, ma la sostanza non dovrebbe cambiare.

Quello che è grave è il fatto che vengano stabilite le "esigenze di adeguamento della missione dell'ente alle politiche della ricerca scientifica e tecnologica definite dal Governo", il fatto cioè che il Governo può decidere dall'oggi al domani che ad esempio una particolare ricerca medica viene riconosciuta come economicamente non redditizia e quindi tagliata.

Sembra un invito a mettere a disposizione delle aziende private le risorse scientifiche del Cnr, perché di soldi il Governo ne stanzierà sempre di meno. Certo, se pensiamo che il Governo vuole cancellare i progetti di ricerca "pura" futuri degli Enti, i progetti cioè che non danno subito ritorni economici.

Un'amara constatazione che condividiamo con il fisico teorico Tullio Regge, accademico dei Lincei, che pochi giorni fa ha commentato le dimissioni del presidente Lucio Bianco affermando: "Per il Cnr qualcosa doveva essere fatto, ma ritengo che i difetti di questa riforma non sono compensati dai vantaggi che si spera di ottenere. Ad esempio c'è un'insistenza sulla ricerca che dà subito risultati pecuniari, della ricerca che va nella direzione della produzione. La riforma Moratti ha semplicemente tolto di mezzo la ricerca pura, senza dare niente in cambio".

Ricordiamo che Bianco si è dimesso dopo aver vinto il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro il commissariamento del Cnr. Bene, oggi le sue parole ci fanno riflettere su ciò che accade: "Se questa norma diventerà operativa vuol dire che il ministro Moratti intende cautelarsi in futuro, evitando intromissioni del Tar. Le norme ancora in vigore, fino a che non verranno cambiate, assicurano la completa autonomia del Cnr rispetto alla gestione, la ricerca e i regolamenti dell'ente. E una legge non può essere modificata da un commissario straordinario. Con questa scelta il governo mette sotto tutela chi gestirà in futuro il Cnr. E poi cosa vuol dire che in caso di gravi irregolarità il presidente e il Consiglio decadono ed arriva un commissario? Tutto questo è già previsto dalle leggi".

Quello che è importante oggi sapere è se noi cittadini di fronte a tutto ciò saremo muti spettatori o consapevoli azionisti di quello che viene definito come il nostro Consiglio di Amministrazione, che oggi si sta muovendo in una direzione che riteniamo sconsiderata.

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