Storia di ordinaria ingiustizia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-07-2003]
Quella che voglio raccontare è una storia che fa parte dello scenario delle telecomunicazioni italiane anche se non riguarda tecnologie, tariffe, servizi di cui spesso riferiamo ma è una storia di persone, anzi di una persona.
Ida era un'operatrice di call center: lavorava all'Atesia, azienda del Gruppo Telecom Italia che gestisce servizi di call center per telemarketing in outsourcing per la stessa Telecom Italia, per Tim, per Tin.it, ma anche per altri come società di sondaggi, ecc.
Ida era una "Co.Co.Co.", cioè una lavoratrice con collaborazione coordinata continuativa, quindi non subordinata e non dipendente a tempo indeterminato.
In giugno 2003 Ida rilascia un'intervista al quotidiano "La Repubblica" sul mondo del lavoro dei Co.Co.Co nei call center: racconta che Atesia aveva ridotto del 30% il compenso ai lavoratori, racconta dei ritmi e dell'ambiente di lavoro.
Il 27 giugno 2003 scorso in Atesia affiggono un cartello che dice che per firmare i nuovi contratti di lavoro bisogna entrare nel sito dell'azienda per sottoscrivere l'accettazione. Ida entra nel sito ma non trova il suo contratto, è stata l'unica a non essere confermata - su 40 persone - senza nessuna comunicazione personale dei suoi superiori.
Non ho nessun commento da fare, lo lascio all'intelligenza e al cuore dei lettori di ZN, volevo solo raccontare la storia di Ida.
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