La Corte di Cassazione dichiara legittimo il licenziamento di un lavoratore che chattava su Facebook anziché lavorare, scoperto con un falso profilo aperto dal capo del personale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-05-2015]
Nel 2012 un'operaio di una fabbrica abruzzese era stato licenziato dal suo datore di lavoro per giusta causa.
Il capo del personale aveva creato un falso profilo di donna su Facebook con il quale aveva chiesto l'amicizia all'operaio; così aveva scoperto che quest'ultimo, in orario di lavoro e in fabbrica, anziché stare al tornio si appartava per chiacchierare tramite smartphone con la sua amica virtuale, che in realtà era il responsabile delle risorse umane. L'articolo continua qui sotto.
Per i giudici della Suprema Corte il controllo, anche se realizzato con questo "trucco", non era finalizzato a controllare l'attività lavorativa ma a scoprire un comportamento illegittimo a danno dell'azienda, che contravveniva anche al divieto di utilizzare telefonini in azienda in orario di lavoro.
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