Ne consumiamo più di quanto riusciamo a produrne.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-11-2015]
Consumiano troppo cioccolato. Non si tratta di una osservazione fatta da qualcuno preoccupato per la nostra salute, ma di una statistica pubblicata dalla Mars e dalla Barry Callebaut e riportata dal Washington Post.
I numeri dicono che l'anno scorso la differenza tra il cacao prodotto e quello utilizzato è stata di 70.000 tonnellate a favore del secondo, e secondo le proiezioni entro il 2020 potremmo arrivare a consumare oltre 1 milione di tonnellate di cacao in più rispetto a quanto ne sia prodotto. O addirittura a 2 milioni di tonnellate nel 2030.
È chiaro che uno scenario del genere è insostenibili e ci porta a quella che secondo le due aziende è la più grande crisi del cioccolato da oltre 50 anni.
Mentre la richiesta di cioccolato aumenta, la produzione diminuisce. La Cina sembra aver recentemente scoperto la bontà del cacao e la domanda da quel Paese è in continua crescita, sebbene al momento il consumo annuo cinese pro capite sia pari a circa il 5% di quello europeo.
Inoltre cresce anche l'apprezzamento per il cioccolato fondente, che in generale contiene più cacao rispetto al cioccolato al latte: a livello mondiale quest'ultimo si aggira generalmente intorno al 10% di cacao, mentre il primo può arrivare anche al 70% e oltre.
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Nello stesso tempo, la siccità nell'Africa occidentale e in particolare in Costa d'Avorio e Ghana (che producono oltre il 70% del cacao mondiale) e una grave infestazione da funghi che secondo la International Cocoa Organization ha cancellato tra il 30% e il 40% della produzione mondiale hanno colpito in modo pesante la produzione.
Come risultato di tutto ciò, negli ultimi anni il prezzo del cacao è salito: è aumentato del 60% dal 2012, anno in cui si è iniziato a mangiare più cioccolato di quanto se ne produca.
Per normalizzare la situazione la tecnologia può offrire un aiuto. In Ecuador è stato ottenuto un particolare tipo di albero di cacao, ottenuto tramite incroci e denominato CCN51, che produce fino a sette volte più semi rispetto agli alberi "normali" ed è resistente ai funghi, secondo quanto riporta Bloomberg.
Il problema è che mai come in questo caso la quantità va a scapito della qualità: il cacao ricavato da questi alberi pare essere insipido, piuttosto amaro e acido.
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