[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-03-2018]

Che navigare sui siti che ospitano materiale pirata - film, musica, videogiochi, libri e via di seguito - esponga ai peggiori tipi di malware è un luogo comune piuttosto diffuso.
Secondo il professor Rahul Telang, della Carnegie Mellon University, esso è anche assolutamente credibile: il suo ultimo studio, intitolato La pirateria online rende insicuri i computer? è lì a dimostrarlo. L'articolo continua qui sotto.
«In particolare» - scrive il professore nello studio - «raddoppiare il tempo speso sui siti dedicati alla pirateria causa un aumento del 20% del numero dei malware».
Soltanto i siti pirata fanno questo effetto: durante tutto il periodo d'osservazione esso infatti non è stato rilevato su altri tipi di siti, né sui social network, né su quelli dedicati al gioco d'azzardo, né su quelli che si occupano di videogiochi, e nemmeno su quelli per adulti.
«Persino dopo che abbiamo identificato gli adware e li abbiamo esclusi dall'analisi, i risultati suggeriscono che c'è ancora un aumento del 20% nel numero di malware causato dalle visiti ai siti pirata» specifica poi Telang.
C'è di più: per incoscienza o semplice ignoranza dei pericoli, i pirati del web non si curano particolarmente della propria protezione. «Non ci sono prove che tali utenti abbiano maggiore propensione a installare un antivirus».
Lo scenario sin qui delineato dovrebbe far insorgere almeno un po' di preoccupazione in quanti scaricano materiale pirata - il 20% non è una percentuale trascurabile - ma un'occhiata ai numeri ci dice che la situazione non pare in realtà così disastrosa.
Pur non volendo sottostimare i rischi, occorre precisare che il citato aumento del 20% equivale alla presenza sul Pc di un numero di malware superiore alla media di 0,05 unità al mese. La media per chi non consulta siti dediti alla pirateria è di 0,24 malware al mese.
Sebbene quindi tecnicamente un "pirata" rischi più di un utente onesto, possono passare mesi prima che un malware si palesi effettivamente sul suo computer.
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