L'uomo dovrà anche risarcire ciascuno dei sindacalisti coinvolti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-10-2019]
Nell'estate del 2015 scoppiò lo scandalo degli stipendi e delle pensioni d'oro di cui godevano i dirigenti sindacali di massimo livello della Cisl.
Fra questi c'erano l'ex segretario generale Raffaele Bonanni, l'attuale segretaria generale Mirella Furlan, e il capo del patronato Cisl Nino Sorgi: costoro percepivano stipendi - e quindi pensioni - molto elevati, anche al di sopra di quanto stabilivano gli stessi regolamenti interni al sindacato.
Tali stipendi, in seguito alla vicenda, furono abbassati; le remunerazioni vennero rese più trasparenti e furono fissati dei divieti di cumulo con altri redditi.
Chi a suo tempo sollevò la questione non ebbe vita facile: per aver diffuso all'interno e all'esterno della Cisl queste informazioni Fausto Scandola, allora dirigente dei pensionati Cisl di Verona e oggi deceduto, fu espulso dalla Cisl, suscitando un'ondata di sdegno e di solidarietà nel mondo sindacale e politico italiano.
Peraltro allo scandalo, nella reticenza e nell'imbarazzo dei vertici Cisl, la trasmissione televisiva Le Iene e la compianta Nadia Toffa dedicarono più di un servizio.
Oggi quella vicenda, percepita ormai come lontana, guadagna un nuovo capitolo.
Il PM della Procura di Verona ha chiesto per l'impiegato Inps di Verona - che venne accusato di aver acquisito a suo tempo i dati delle retribuzioni dei sindacalisti grazie ai quali è venuta a galla l'intera situazione - una condanna a 8 mesi di carcere e il pagamento di un risarcimento di 10.000 euro per ognuno dei sindacalisti di cui è stato rivelato il lauto stipendio.
L'impiegato in questione ha finora negato e continua a negare di aver compiuto l'accesso ai sistemi Inps di cui è stato accusato: altri - sostiene - avrebbero usato le sue credenziali.
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