In una lettera aperta al presidente di turno dell'UE, la Free Software Foundation Europe chiede che si impedisca la legalizzazione dei brevetti software e che l'Unione conservi così il proprio vantaggio competitivo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-09-2004]
La nuova Commissione dell'Unione Europea vorrebbe accelerare il Processo di Lisbona per fare dell'Europa "l'economia dell'informazione più competitiva al mondo entro il 2010". Intenzione lodevole, ma contemporaneamente si sta valutando l'introduzione di norme che avrebbero effetti negativi sul mercato del software.
Per questo motivo, la Free Software Foundation Europe (FSFE), attraverso la penna del suo presidente Georg Greve, ha scritto una lettera indirizzata al presidente di turno dell'Unione Europea, per sensibilizzare l'UE sull'argomento dei brevetti software.
Il brevetto sul software non va confuso con la normale tutela del diritto d'autore. Rispetto al copyright, infatti, esso si caratterizza essenzialmente per la genericità dell'oggetto di protezione (posso brevettare un'idea), per l'onerosità di gestione e per la durata, in genere piuttosto breve (ma per i tempi dell'IT, vent'anni possono essere un'enormità).
"Questa è l'unica ragione," leggiamo dalla lettera, "per cui si brevetta un cestino della carta straccia virtuale, l'inserimento di applicazioni su di un sito web o la possibilità di ordinare dei regali via internet. Queste idee non sono particolarmente innovative, ma sono necessarie per far funzionare il complesso delle applicazioni e renderle utilizzabili da chiunque. È qualcosa di analogo a ciò che avviene per le macchine: per poter sfruttare le vere innovazioni bisogna utilizzare cose banali come un volante."
La paura di problemi legali potrebbe bloccare ambiziosi progetti di informatizzazione in grandi aziende e nella pubblica amministrazione. A Monaco di Baviera, sostiene la FSFE, "un membro del consiglio municipale temeva che il progetto potesse violare qualche brevetto e il progetto ha avuto difficoltà per un'intera settimana, nonostante l'appoggio di un gigante come IBM. La stessa cosa è accaduta nel resto del mondo, dal momento che progetti simili potrebbero essere minacciati allo stesso modo."
Un po' di numeri: "Trentamila brevetti sul software sono già stati registrati nell'Unione Europea, contraddicendo lo spirito dell'attuale legislazione sui brevetti; tre quarti di questi sono detenuti da società non europee. Dare una base legale ai Software Patents potrebbe essere una decisione che renderebbe l'Unione Europea molto meno competitiva."
Come si vede, la battaglia sui brevetti non è una questione soltanto etica. Una decisione sbagliata potrebbe far perdere all'intera Unione un'importante via di sviluppo e occupazione. Per questo, la FSFE chiede al Consiglio Europeo di rivedere il proprio orientamento del 18 maggio 2004.
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