Finsiel, lo spezzatino dell'informatica italiana

Telecom Italia per fare cassa potrebbe smembrare e vendere il più grande gruppo dell'informatica italiano, specializzato nella produzione di software per la pubblica amministrazione, la sanità e le banche.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-12-2004]

C'era una volta la Finsiel, il più grande gruppo di informatica italiano, costituito da 14 aziende e con 4.000 dipendenti.

Le rappresentanze sindacali unitarie Cgil-Cisl-Uil di Finsiel, in un duro comunicato, denunciano il rischio che questo gruppo, oggi il primo in Italia per dimensioni e fatturato e fra i primi in Europa, specializzato nella produzione di software per la pubblica amministrazione, la sanità e le banche, sia fatto a pezzi, che saranno venduti singolarmente ai migliori offerenti.

Il rischio nasce dalla riunione che i quattordici amministratori delegati stanno tenendo per esaminare varie offerte di acquisto, senza un disegno strategico ma solo per coprire l'esigenza di far cassa da parte del Gruppo Telecom Italia, proprietario di Finsiel; l'esigenza è determinata dal debito, che potrebbe ulteriormente crescere in caso di fusione Telecom Italia-Tim.

La storia di Finsiel è particolarmente travagliata: pur essendo un polo d'eccellenza nel settore dell'informatica di proprietà pubblica, è stato ceduto dal governo di centrosinistra a Roberto Colaninno, allora azionista di maggioranza di Telecom Italia, nel quadro della dismissione delle attività Iri.

Anche allora si trattava di far cassa per ridurre il debito pubblico: Colaninno andò incontro al governo, che lo aveva molto agevolato nella Opa su Telecom Italia.

Telecom Italia, con la gestione di Marco Tronchetti Provera (che ha affidato Finsiel alle cure di suo cugino Nino Tronchetti Provera), ha avviato una pesante "cura dimagrante", riducendo i dipendenti e vendendo immobili.

Sembrava che il governo Berlusconi fosse interessato a rilanciare l'informatica nazionale, affidando a Finsiel importanti commesse nell'ambito dell'e-government: questo era il piano di Bruno Ermolli, uno dei consiglieri economici di Berlusconi. Ma questo piano non è andato avanti nemmeno dopo la messa in liquidazione di un'altra importante software house italiana, Finmatica.

Il disinteresse congiunto del governo Berlusconi e di Telecom Italia, la più grande azienda italiana privata, sembrerebbero dare un segnale preciso al Paese e all'Europa: "A noi l'informatica non interessa, lasciamola fare all'India e ai Paesi del terzo mondo."

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (2)

ciccillo
ca*** dici ! HAOooo... Leggi tutto
9-12-2004 07:57

Fabio
Fa sempre male sapere che c'era gente che credeva alle fesserie di berlusconi e dei suoi peones...
8-12-2004 18:17

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