L'Authority delle Comunicazioni riconosce che la situazione del mercato delle Tlc vede ancora Telecom Italia in posizione di schiacciante predominio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-02-2005]
L'Authority delle Comunicazioni, prima di chiudere il proprio mandato, fa una sorta di canto del cigno, quasi un testamento politico-regolatorio ai propri successori che, presto, il Parlamento dovrà nominare (tranne il Presidente che sarà nominato dal Governo).
L'autorità garante ha chiuso l'indagine sui mercati della telefonia fissa, della banda larga e del traffico voce, certificando la situazione italiana caratterizzata dal predominio schiacciante dell'ex monopolista telefonico italiano, cioè di Telecom Italia.
Per questo motivo l'Authority ha disposto il mantenimento del regime dei prezzi regolamentati e l'obbligo per Telecom Italia di vendere ai propri concorrenti il canone all'ingrosso, cioè la possibilità di non limitarsi a vendere il traffico offrendo ai propri abbonati un'unica bolletta al posto delle due attuali (Telecom Italia per il canone e il gestore alternativo per il traffico telefonico) magari con un canone scontato.
Dopo la fusione con Tim, Telecom si propone in prospettiva di ridurre ulteriormente i costi sul medio-lungo termine, perché oggi l'Authority non lo consentirebbe (chissà se lo farà la futura commissione?), nonché di realizzare un'offerta integrata fisso-mobile.
Inutile ricordare il fiato corto della concorrenza, alle prese con problemi finanziari di non poco conto: da Wind quasi senza mezzi per tirare avanti, a Fastweb in cui un importante socio fondatore come Francesco Micheli sembra non credere più molto a questo business, a Tiscali, il cui fondatore Renato Soru si è dato alla politica ed è sul punto di cedere la rete europea alla stessa Telecom Italia.
Le pizzerie, i discount della telefonia (così vengono ironicamente liquidati i concorrenti dell'ex monopolista dall'amministratore delegato Riccardo Ruggiero e dagli uomini del suo entourage) non impensieriscono più da tempo il management della grande azienda ex pubblica.
Telecom Italia sembra quindi "obbligata" a essere monopolista di fatto, se non più di diritto: questo pone nuove e maggiori responsabilità al gestore e agli uomini che lo governano. Per questo nei prossimi giorni il vertice aziendale dovrebbe varare un nuovo piano di investimenti, soprattutto nel settore della Rete (finora troppo trascurato) e delle relazioni con i clienti nei servizi di assistenza tecnica e commerciale, in cui dovrebbero finire anche parte delle risorse della vendita di Tim Hellas, la società del gruppo che opera in Grecia.
Forse verranno stanziati più soldi per superare il digital divide, per raggiungere con l'Adsl tante zone anche importanti oggi scoperte, per non fare attendere troppo i clienti al telefono.
Speriamo che sia così, anche se la nuova Authority dovrà sempre verificare che a una maggiore forza sul mercato non corrispondano solo più ricavi e più profitti, ma anche più qualità per tutti, possibilmente anche a costi inferiori.
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