Buongiorno pigrizia

Una critica radicale al mondo delle grandi imprese della old e della new economy e un invito a combatterle con il non lavoro organizzato e scientifico.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-03-2005]

Come sopravvivere in azienda lavorando il meno pos

Non molti avranno letto una delle opere più divertenti e singolari del grande matematico inglese, forse il più grande matematico del Novecento, Bertrand Russell, dal titolo "Elogio della pigrizia". Bertrand Russell teorizza l'ozio come valore per l'uomo e la possibilità di non lavorare mantenuti dallo Stato, prefigurando un reddito minimo sociale, già negli anni Venti dello scorso secolo, per permettere alla gente di dedicarsi a sè stessa, all'amore e alle persone amate, all'arte, alla lettura, alla spiritualità, ridistribuendo i lavori faticosi e sporchi su tutta la società e non solo su alcune classi.

Quella di Russell era ancora un'utopia collettiva, permeata di socialismo umanitario antindustrialista e di cristianesimo secolarizzato, mentre quella della nostra contemporanea francese, Corinne Maier, autrice di "Buongiorno pigrizia" (che parafrasa il celebre "Buongiorno tristezza" della popolarissima scrittrice francese Francoise Sagan), invece è un'utopia tutta individuale, che rinuncia a cambiare la società, chiedendo all'individuo di sfruttarne le contraddizioni per salvarsi personalmente.

Per Corinne Maier, che ha venduto trecentomila copie in pochi mesi del suo libretto breve e gustosissimo, e in pochi giorni, in Italia, ben trentamila copie, promettendo di essere un successo anche da noi, le aziende, le grandi imprese, come l'Edf (che sarebbe l'Enel francese) in cui è quadro e che ora, dopo il successo del libro, la vorrebbe licenziare, sono una sorta di religione disumana. Una religione che chiede tutto alle persone, soprattutto ai quadri intermedi, i colletti bianchi, come tempo, sentimenti, identificazione, senza dare niente se non la possibilità di avere il reddito per comprare degli status symbol come il Rolex, la Bmw, l'ultimo cellulare, per poi magari essere espulsi e perdere tutto in una delle tante grandi ristrutturazioni che vivono queste aziende.

L'autrice dice che, invece di contestare questa ideologia religiosa dell'impresa, come hanno fatto i sessantottini che ora dirigono queste grandi imprese, oppure chiedere un ritorno alle nazionalizzazioni, come si fa in Francia ed anche in Italia, e ad un'economia meno globalizzata, oppure sperare in un'utopia tecnolgica, come quella fallita della new economy, che ci affranchi dal lavoro, bisogna fare finta di conformarsi, trovarsi un lavoro da consulente, analista, che non produca niente ma che sembri indispensabile, fare di tutto per "vendersi" bene, adottare in tutto la lingua delle imprese, e così sopravvivere, in pratica senza lavorare ma facendo finta di farlo, tra decine di riunioni inutili, documenti incomprensibili a chi li scrive per impegnare il tempo, ed altri riti aziendali altamente improduttivi ma indispensabili per giustificare il proprio ruolo in azienda.

Questa è la tesi del libro; non è espressa in modo noioso ma in una divertentissima, esilarante, analisi e presa in giro, soprattutto, della lingua, del "gergo aziendalese" che dimostra l'assurdità e l'inutilità della vita dei quadri intermedi in aziende che vanno avanti grazie al lavoro non dei quadri, che godono di un buon stipendio e buoni benefit, ma dei tanti lavoratori interinali, a tempo, collaboratori sfruttati e sottopagati.

La Maier demistifica i luoghi comuni dell'"etica aziendale" che è una contraddizione di termini o della "cultura aziendale" che descrive un mondo dove manager ignoranti pagano profumatamente professori della normale perché parlino loro di libri che non hanno mai letto e così l'ipocrisia del tentativo di legare all'azienda le persone con le manfrine dei valori e dei colri della squadra aziendale, da cui si viene prontamente espulsi in caso di crisi aziendale o di problemi personali come malattia o altro.

I quadri intermedi, quasi mai di colore o di origine non francese in una società fortemente interetnica come quella d'Oltralpe, in maggioranza assoluta maschi, mai gay se non nei settori " creativi", trentenni o poco più perchè a cinquant'anni sei già out, vengono descritti soprattutto nel loro modo di parlare.

E' il linguaggio dei quadri dell'ICT, la "web tribe" che la Maier sintetizza così: "L'unione di WSFL e XLang è tanto importante quanto i due nuovi protocolli presi separatamente. Il maggiore interesse dei servizi web, anche all'interno del firewall, consisterà nello sviluppo rapido di applicazioni XML ad hoc. BPEL4WS offrirà un metodo più standardizzato per riuscirvi, semplicemente fondendo due linguaggi già noti. Ma sembra che nei lavori di sviluppo siano stati trascurati diversi protocolli operativi B2B frontali, in particolar modo il protocollo ebXML, il linguaggio BPML (Business Process Modeling Language) e tutta la nuova interfaccia WSCI (Web Services Choreography Interface)".

Oppure prende in giro la sempre più diffusa mania dei coach aziendali, gli allenatori-consulenti che dovrebbero aiutare i dipendenti a fare squadra e ad esprimere il proprio potenziale: "Ho fatto coaching, team-building, e-learning e continuo a rompermilepalling come prima!

E' una neo-lingua per dirla con Orwell e Huxley, gli scrittori di fantascienza che prefigurarono le società totalitarie del comunismo reale, molto simile a quella parlata dai funzionari di quelle burocrazie di partiti ormai crollati: "pertinenza, competenza, esperienza, efficienza, coerenza, eccellenza, tutte espressioni che danno, in apparenza, molta importanza" oppure "posizionare invece di mettere, finalizzare invece di finire, inizializzare invece di cominciare" Ancora: " Il livello strategico consiste nella realizzazione di un sistema di informazione globale costruito tramite la realizzazione di sottosistemi eterogenei distribuiti"

Questa capacità di dissacrare l'aziendalese si congiunge a brevi ma esaurienti cenni agli scandali finanziari che hanno attraversato la scena francese economico-politica, e che rendono la Francia un po' più vicina a noi, con le nostre Parmalat, Cirio e Bipop-Carire. Dallo scandalo colossale del fallimento, impedito dallo Stato, nel 1992 del Credit Lyonnaise, la più grande banca francese, i cui dirigenti furono presi da manie di grandezza, fino alla vicenda di Vivendi e della megalomania del suo manager Jean-Marie Messier, che continua ad acquisire aziende nell'ambito high-tech e più perdeva soldi più si aumentava lo stipendio e più diventava una star dei media.

Il libro nella sua brevità, che rientra in una tradizione classica dei migliori pamphlet francesi brillanti, distrugge la mitologia dell'attuale capitalismo meglio di quello che potrebbero fare poderosi saggi economico-sociologici: anche questo è un segno dei tempi.

Scheda
Titolo: Buongiorno pigrizia
Sottotitolo: Come sopravvivere in azienda lavorando il meno possibile
Autore: Corinne Maier
Editore: Bompiani
Prezzo: 9,90 euro

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (2)

giacomo mason
Interessante... Leggi tutto
3-3-2005 14:35

Massimo
Buongiorno pigrizia Leggi tutto
1-3-2005 12:16

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