Il potere dell'informazione su Internet

Giornalisti approssimativi che scrivono per sentito dire, o ultima frontiera dell'informazione libera?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 31-05-2006]

Citizen Kane

Era il 1° Maggio del 1941 e nelle sale americane, vittima di un capillare boicottaggio, usciva Citizen Kane (da noi Quarto potere). In quel film, ritenuto da molti il più bello della storia della cinematografia, Orson Wells riuscì a mostrare come i tempi moderni fossero riusciti a creare una nuova appendice ai classici poteri della Sovranità nazionale. Un film denuncia, una biografia non autorizzata del magnate statunitense dell'editoria William Randolph Hearst, Citizen Kane ci mette in guardia sulle possibili conseguenze dell'accentramento del potere mediatico.

E se la grandezza di un'opera si vede nel suo saper resistere ai tempi e al cambiamento rimanendo sempre attuale, basta considerarne la moderna rivisitazione italiana: Il Caimano di Nanni Moretti. Qui alla denuncia verso uno strapotere politico e mediatico si associa quella verso il qualunquismo e l'opportunismo della gens italica che lo ha reso possibile.

Lungi dal difendere il pubblico interesse e l'essere guardiana della democrazia, lungi dal controbilanciare i poteri statali con la forza della parola, l'informazione mediatica si è spesso rivelata compiacente se non addirittura collusa con i poteri forti.

E' il giornalismo delle domande scontate, è il giornalismo delle notizie aggiustate, è il giornalismo delle informazioni taciute e, come notato da Beppe Grillo, è il giornalismo degli scandali postdatati. Questa è la realtà dell'informazione che ci viene quotidianamente proposta, mentre casi di indipendenza e integrità morale come quello di Shi Tao sono lontanissimi da una cultura italiana fondata sulla tutela del proprio interesse contingente.

Naturalmente non mancano le voci libere, le opinioni controcorrente e la volontà di alcuni di meritarsi davvero quel titolo di "giornalista" che oggi sa molto di appartenenza di casta. Si tratta però spesso di soggetti marginalizzati dai circuiti più grossi dell'informazione generalista (soprattutto quella televisiva) e quindi, come chi sussurra in mezzo a tanta gente che urla, sono impossibilitati a far giungere il loro messaggio fatto di libera informazione.

Ma ecco che in questo quadro di aspettative tradite e informazione negata si profila uno spiraglio di libertà. Una libertà che viene dal basso, che parla mille voci e che viene veicolata dal più grande strumento di democrazia che l'uomo abbia inventato: Internet.

E' solo in quest'agorà virtuale che le lunghe mani di una censura nascosta annaspano. Cercano di afferrare le notizie, di pilotare le opinioni, di catturare un'informazione che le sfugge. Perché qui non ci sono precari da blandire con la lusinga di un posto fisso o professionisti da tenere sotto la mannaia di un licenziamento sempre dietro l'angolo. Qui non ci sono direttive su cosa si può dire e cosa no, di chi si può parlare e di chi si deve tacere. Internet è così il vero specchio di una società che non parla la lingua del regime mediatico ed è libera di dire ciò che ci viene taciuto da chi sarebbe deputato a farlo.

Se gli hacker hanno la possibilità di salvare la nostra economia malata, i giornalisti liberi di internet possono salvare il mondo dell'informazione.

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1) La rete è piena di giornalisti non professionisti che scrivono per lo più sulla base del sentito dire, senza una reale verifica dei dati

2) Può andar bene per farsi un'idea velocemente, ma è carente se dall'informazione si vuole approfondimento e commento

3) L'informazione reperibile in rete è del tutto paragonabile per contenuti e affidabilità a quella dei media tradizionali

4) La qualità dell'informazione su internet è certamente più varia di quella offerta dai media tradizionali, ma sapendo scegliere siti e fonti giuste può essere superiore

5) E' l'ultima frontiera dell'informazione libera e non irreggimentata

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