Luisa, operatrice di call center

La lettera di una operatrice di call center catanese licenziata perché ha difeso i suoi diritti di futura madre.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-07-2006]

In Italia si fa un gran parlare di difesa della vita e della famiglia e della necessità di rimuovere ogni discriminazione per le donne sui posti di lavoro. la strada da fare però è ancora lunga come ci testimonia questa lettera aperta alle parlamentari-donne di un'operatrice di call center di catania, licenziata per essersi permessa di difendere i propri diritti di donna e lavoratrice.

Care amiche, mi chiamo Ivana Maugeri, ho ventinove anni e da quattro mesi aspetto un bambino. In quanto donne voi sapete benissimo quali ansie e quali preoccupazioni si legano a questo periodo delicato: per me, per mio marito attualmente disoccupato ma, soprattutto, per la persona che porto dentro di me. Sino a venerdì lavoravo, come tante mie coetanee catanesi, a Incoming, uno dei tanti call center della zona di Misterbianco.

Nel pomeriggio di venerdì, dopo tre anni di duro lavoro, sono stata convocata dal padrone del call center, il signor Carmelo Leanza, fratello di un potente politico della zona, che mi ha comunicato la decisione di sospendermi dallo svolgimento della mia attività di operatrice di outbound con la motivazione che questa decisione è a mia tutela ma soprattutto a tutela dell'azienda considerato che io, a suo dire, avrei affermato sui mezzi di comunicazione di essere stata costretta a nascondere la mia gravidanza per paura di essere licenziata.

Adesso, alla luce di quello che è accaduto sabato, sono ancora più convinta di avere fatto bene a nascondere la mia condizione altrimenti mi avrebbero licenziato anche prima avrei perso tre mesi di stipendio. Ora che sono senza lavoro, alle ansie e alle preoccupazioni per il futuro del mio bambino, che nascerà a dicembre, si aggiungono quelle per il presente. Chiedo a voi, che siete state promotrici durante la campagna elettorale di un bel dibattito sul ruolo delle donne nella politica, nel lavoro e nella società, se è ammissibile che una donna, seppure con contratto a progetto, possa essere liquidata così brutalmente per il solo fatto di aspettare un bambino.

Chiedo a voi se è mai possibile che queste forme medievali di discriminazione possano avere ancora cittadinanza nel nostro Paese. Dove sono finiti i bei propositi di tutela delle donne tanto sbandierati nei dibattiti televisivi e soprattutto sanciti nella nostra Costituzione e nelle leggi dello Stato? Chi farà fronte a tutte le esigenze che un fatto come la gravidanza porta inevitabilmente con sè?

Sono avvilita e anche spaventata e, soprattutto, sono sola in questa battaglia, anche se spero vivamente che dopo questa lettera lo sia un po' di meno.

Aiutatemi.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 14)

Concordo pienament Oxo 8)
14-7-2006 03:02

Quando dicevo che ci sono mille altri modi, mi riferivo proprio alla seconda fattispecie: dato che mi sembri ferrato in materia di diritto del lavoro, saprai certamente di come viene praticato in Italia il contratto precario. Comunque mi associo alle tue perplessità: se non è bufala, a me sa tanto di bisogno di attenzione da parte... Leggi tutto
13-7-2006 19:49

{anonimo romagnolo}
Rispondo..... Leggi tutto
11-7-2006 20:27

Il licenziamento é valido solo nel caso di: - giusta causa !!!! 8) - ultimazione delle prestazioni cui era addetta la lavoratrice o contratto a termine :cry: - cessazione attività dell'azienda :dho: Per maggiori dettagli Le leggi a tutela della maternità e della paternità Nel periodo di comporto al datore di lavoro la lavoratrice... Leggi tutto
11-7-2006 09:45

Non voglio ripetermi su quanti scrivono dietro anonimato, semplicemente preferisco non rispondere, anche se certi romagnoli le sparano davvero grosse... Detto questo, mi sembra che, alla luce di certe circostanze, sarebbe opportuno attendere qualche chiarimento, magari da parte di chi ha lanciato l'appello: non abbiamo però ancora... Leggi tutto
10-7-2006 19:53

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