La linea esposta da Prodi sul caso Telecom Italia è diversa da quella del ministro Gentiloni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-09-2006]
La seduta alla Camera in cui il presidente del Consiglio Prodi ha riferito sul caso Telecom Italia sarà ricordata probabilmente più per il teatrino dell'interruzione della seduta provocata dalle dure contestazioni da parte dell'opposizione che per il merito delle cose dette da Prodi e dai suoi oppositori. Pare che l'opposizione il destino di Telecom Italia, dei suoi clienti e dipendenti, sia assolutamente indifferente, visto che sostengono Tronchetti Provera e la sua completa indipendenza dal governo; nella maggioranza non sembra ci sia un identico sentire rispetto a queste questioni.
Infatti Prodi, per tutta la sua comunicazione parlamentare, ci ha tenuto a sottolineare che il governo non intende interferire con il piano di scorporo della rete e dei telefonini ma non solo che non esprime alcun giudizio di merito sulla vicenda. C'è solo la riconferma da parte di Prodi per lo stupore su una svolta, che smentisce la fusione decisa un anno e mezzo fa e costata un aumento dell'indebitamento, ma non c'è nessuna volontà nemmeno di chiedere particolari impegni come un potenziamento della rete, la garanzia per l'occupazione o lo stesso mantenimento in mani italiane del controllo di Telecom Italia.
Lo scorporo della rete deve essere valutato dall'azienda insieme all'Authority e tutta la polemica sul caso Rovati viene considerata chiusa con le dimissioni dello stesso consigliere. Prodi conferma che Tronchetti non gli ha mai parlato dello scorporo di Tim ma anche ribadito che non aveva alcun dovere di farlo: anche in questo caso tutto è chiuso con l'uscita di Tronchetti.
Si può cogliere, invece, una differenza nelle posizioni all'interno dello stesso governo: la sera prima dell'intervento di Prodi, invece, il ministro delle Comunicazioni Gentiloni, intervenendo alla trasmissione televisiva di Gad Lerner su La7 "L'infedele", aveva dichiarato che, dopo le dichiarazioni delle banche, di Rossi e dello stesso Tronchetti Provera sulla buona salute finanziaria dell'azienda, non si capivano le ragioni della scissione di Telecom Italia e che il governo avrebbe chiesto agli amministratori dell'azienda la garanzia dell'unitarietà dell'azienda al di là di possibili accorgimenti organizzativi (come potrebbero essere la separazione gestionale della rete e dei telefoni in due business unit autonome, ma sempre facenti parte della stessa azienda).
C'è dunque sulla questione Telecom Italia una linea di neutralità assoluta rappresentata dallo stesso Prodi e una linea più "interventista" rappresentata da Gentiloni, esponente della Margherita, ma anche dalla sinistra radicale, che non mancherà di emergere ancora.
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