Un software il cui sorgente sia liberamente disponibile non è necessariamente né il più sicuro né quello con meno bug. L'opinione di Alan Cox.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-10-2006]
L'entusiasmo del neofita, solitamente, è il primo colpevole. "Linux è inespugnabile". "Con Firefox sei automaticamente al sicuro". "Usa questo o quel software open source e sarai al riparo da ogni minaccia, dai virus alle bombe termonucleari".
Superato l'invasamento iniziale, però, generalmente ci si rende conto che il software perfetto non esiste, indipendentemente da quanta gente ne guardi il codice; se si scade invece nel fanatismo, si rischia di diffondere informazioni false o addirittura pericolose.
Di questo avviso è Alan Cox, personalità ben conosciuta nella comunità open source che ha contribuito enormemente allo sviluppo del kernel di Linux e attualmente lavora per Red Hat.
Cox ha poi presentato un'analisi in cui sono stati presi in considerazione 150 noti progetti ospitati da SourceForge, rilevando come i notevoli risultati che il kernel di Linux ottiene sul fronte della sicurezza non siano invece così diffusi nel resto della produzione di software a sorgente aperto.
"L'alta qualità appartiene solo ad alcuni progetti: quelli con buone revisioni del codice e buoni autori": sono ancora parole di Alan Cox.
Ciò non significa che improvvisamente dobbiamo sentirci tutti in grave pericolo, ma che - diffidando dei fanatici dell'uno o dell'altro schieramento - non possiamo chiudere gli occhi aspettando che passi la tempesta, perché il tetto sotto cui ci ripariamo con totale fiducia potrebbe avere dei buchi di cui non siamo a conoscenza.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
mda